Gli scontrini fiscali, cosi come li conosciamo, da oggi spariscono.

Già a partire dal primo luglio 2019, questo adempimento è stato posto in capo a tutti quei soggetti con partita iva con un volume d’affari superiore a 400 mila euro.

Lo scontrino non avrà più valenza fiscale, ma sarà un semplice documento rilevante ai fini civilistici, indispensabile come:

  • Prova di pagamento;
  • Garanzia del prodotto acquistato;
  • Documento valido per un eventuale cambio merce.

I vantaggi per gli esercenti

Sicuramente uno dei più grandi vantaggi è legato ad aspetti organizzativi e di semplificazione dell’attività contabile e amministrativa.

Con questo nuovo metodo non bisognerà più inserire manualmente i dati delle transazioni nell’apposito registro dei corrispettivi. Il tutto, infatti, da oggi, sarà gestito in maniera automatizzata e telematica.

Un software elaborerà i dati, e garantirà una migliore organizzazione di tutti quegli aspetti di “controllo di gestione”.

Le sanzioni previste

La mancata memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi, come specificato da un vasto approfondimento dell’Agenzia delle Entrate, comporta l’applicazione di una sanzione pari al 100% dell’imposta relativa all’importo non correttamente documentato con un minimo di 500 euro.

Inoltre, è prevista la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività, ovvero dell’esercizio dell’attività stessa, se nel corso di 5 anni vengono contestate quattro distinte violazioni, compiute in giorni diversi.

Nessuna sanzione fino al primo luglio 2020

Come specificato dalla stessa Agenzia delle Entrate nell’approfondimento sopra citato, per tutti coloro che non sono ancora riusciti a dotarsi di un registratore telematico, la legge ha previsto una moratoria delle sanzioni di ben sei mesi.

Per questo motivo le sanzioni potrebbero scattare nella giornata odierna (1° gennaio 2020) soltanto per gli operatori con volumi d’affari superiore a 400 mila euro, in quanto per essi l’obblio era previsto a partire dal primo luglio 2020.

Per tutti gli altri operatori, le sanzioni potrebbero scattare non prima del primo luglio 2020.

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