“L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo: problematici sono soltanto il conducente, i compagni di viaggio e la strada“, affermava Franz Kafka. L’auto, d’altronde, si rivela utile in diverse circostanze perché ci permette di raggiungere anche posti molti distanti in modo facile e veloce.

Oltre ai tanti vantaggi, però, non mancano possibili piccoli inconvenienti. In particolare chi possiede determinati tipi di auto rischia di doversi giustificare con il Fisco. Ma per quale motivo e di quali veicoli si tratta?

Se guidi queste auto devi giustificarlo al Fisco

L’evasione fiscale continua, purtroppo, ad essere uno dei principali problemi del nostro Paese.

Per questo motivo l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza sono costantemente al lavoro per scoprire i furbetti. Tanti gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per effettuare i controlli, così come gli elementi che finiscono sotto la sua lente di ingrandimento.

Tra questi si annoverano anche gli acquisti di auto che, in determinati casi, potrebbero far scattare il campanello di allarme. Ma per quale motivo? Ebbene, a destare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate sono in particolar modo i modelli per cui si deve pagare il cosiddetto superbollo. Quest’ultimo si presenta come un sovrapprezzo sulla normale tassa automobilistica che deve essere pagato per le automobili di cilindrata superiore a 251 CV.

Automobili, quando scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Secondo l’Agenzia delle Entrate si tratta di mezzi che possono essere considerati di lusso e per questo non alla portata di tutti. Se tutto questo non bastasse, le spese di gestione di questi tipi di veicoli possono rivelarsi particolarmente alte. Per questo motivo il relativo acquisto potrebbe destare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate. In particolare se una persona dichiara un reddito basso, ma decide di acquistare un’auto di grossa cilindrata, oppure d’epoca o storica, il Fisco può sospettare che vi siano dei ricavi illeciti.

In tali circostanze, pertanto, l’Agenzia delle Entrate potrebbe iniziare a effettuare delle indagini, tramite i propri archivi interni.

Nel caso in cui si attesti una differenza maggiore del 20% tra le entrate e le uscite o altri movimenti sospetti, allora il Fisco potrebbe decidere di andare a fondo alla questione. Questo anche grazie all’intervento della Guardia di Finanza. Una situazione indubbiamente poco piacevole, dove spetta al soggetto oggetto di controllo dimostrare la provenienza legale dei propri soldi. In caso contrario si rischia di incorrere in spiacevoli conseguenze come pesanti sanzioni. Ovviamente il problema sussiste solamente nel caso in cui non si riesca a dimostrare la provenienza dei propri soldi. In caso contrario non si corre alcun rischio.