Le adesioni alla previdenza complementare (fondi pensione) in Italia crescono sempre di più. Ciò a dimostrazione che gli italiani, con un sistema pensionistico instabile e con una riforma pensioni che non ancora ha trovato soluzione, preferiscono risparmiare oggi per ritrovarsi qualcosa nella vecchiaia. I rendimenti di questi fondi, tuttavia, sono in caduta.

E’ la sintesi di quanto emerge dai principali dati statistici di giugno 2022 sulla previdenza complementare. L’analisi è quella ufficiale della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip). Il documento è quello pubblicato il 2 agosto 2022.

Previdenza complementare in crescita

La previdenza complementare alla fine di giugno 2022 ha registrato un +2,9% rispetto alla fine del 2021. Le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari hanno raggiunto quota 10 milioni.

L’apporto maggiore alla crescita è arrivato dai fondi per i quali sono attive le adesioni contrattuali, che per i nuovi assunti di diversi settori hanno luogo automaticamente attraverso il versamento di un contributo minimo a carico del datore di lavoro sulla base dei contratti nazionali di riferimento.

Un buon apporto anche dal fondo rivolto al pubblico impiego, per il quale è stata attivata l’adesione attraverso il cosiddetto silenzio-assenso per tutti i lavoratori pubblici neo assunti a partire da una determinata data.

I rendimenti

In picchiata, invece, i rendimenti della previdenza complementare. In particolare i rendimenti sono risultati negativi e pari a -8,3% e a -9,7%, rispettivamente, per fondi negoziali e fondi aperti.

Nei dieci anni da inizio 2012 a fine 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6% per quelli aperti.

Aggiungendo ai dieci anni i sei mesi del 2022, i rendimenti medi annui restano positivi:

  • 3,1% per i fondi negoziali
  • 3,4% per i fondi aperti
  • 3,7% per i PIP di ramo III
  • 2,1% per i prodotti di ramo I.

La rivalutazione del TFR nello stesso periodo è del 2,2%.