In questi anni non si sente altro che parlare di femminicidio e delle violenze maschili commesse sulle donne senza mettere mai sul piatto della bilancia le violenze che, a volte, provengono dalle donne verso gli uomini. Probabilmente perché la violenza delle donne è più sottile, più subdola e mentre ci si riempie la bocca dei 110 omicidi di donne ad opera del marito, fidanzato o convivente, si tace delle altrettante morti di uomini per colpa delle ex mogli. Perché non si tratta di omicidio ma di suicidi di padri allontanati dalle ex mogli dai figli.
Il crimine, che si ripete quotidianamente, però, non riguarda solo i papà ma coinvolge anche i figli, vittime inconsapevoli delle manovre delle mamme per ferire l’ex marito. Queste donne operano una vera e propria demolizione della figura paterna agli occhi dei figli fino ad avere, da parte del bambino, il rifiuto di frequentare il genitore denigrandolo. In molti casi le mamme, per questo comportamento, hanno perduto l’affidamento dei figli, ma nella maggior parte dei casi si tace al riguardo.
Se si parla di femminicidio, a questo punto sarebbe giusto parlare anche di patricidio poiché questo dramma, seppur sottovalutato dai media, esiste e solo in Italia si assiste a 200 suicidi di padri allontanati dai figli a seguito di una separazione o un divorzio ogni anno.
L’Italia, proprio per il fatto che non fa rispettare e non garantisce il rispetto del diritto di visita dei padri separati al figli minori, è stata più volte bacchettata dall’Europa. A fornire l’allarmante statistica è l’onorevole Tancredi Turco il quale afferma che “Il problema principale in Italia è la mancanza di norme che tutelino i diritti di visita, di educazione e di un normale rapporto dei genitori separati con i figli minori. L’unico rimedio concreto è quello di una denuncia per inottemperanza di ordine del giudice (art. 388 c.p.), ma nella realtà queste denunce quasi mai portano ad una soluzione concreta”.