Reddito familiari a carico, detrazioni per carichi di famiglia, assegno unico. Si tratta di tre variabili che incidono notevolmente sull’Irpef da versare allo Stato. Partiamo dal presupposto che per essere considerato fiscalmente a carico il familiare deve possedere un reddito “familiari a carico” che non vada oltre una certa soglia. Poi, soffermandoci sui figli, verifica questa condizione ossia un reddito sotto soglia, il contribuente può avere diritto alle detrazioni per carichi di famiglia (per figli a carico) o all’assegno unico.

Sia in ipotesi di spettanza delle detrazioni per figli a carico sia in ipotesi si riconoscimento dell’assegno unico, il contribuente ha sempre il diritto di portare in detrazione le spese sostenute per i figli fiscalmente a carico. Dunque ciò vale anche per le spese pagate per i figli a carico fino a 21 anni rispetto ai quali l’INPS eroga mensilmente l’assegno.

Si pensi ad esempio alle spese universitarie pagare dal genitore per il figlio a carico. Infatti, c’è un’equiparazione tra figli di età pari o superiore a 21 anni, per i quali può ancora spettare la detrazione per carichi di famiglia (articolo 12, Tuir), e figli per i quali viene erogato l’Assegno unico universale.

Detto ciò, nei limiti di reddito per considerare un figlio a carico ci sono delle voci reddituali che vanno considerate e altre che invece non fanno reddito.

Da qui, è utile soffermarsi sul servizio civile e sugli impatti dell’assegno spettante per tale “servizio” rispetto al limite reddituale per essere considerato a carico.

I familiari a carico. I limiti reddituali

Prima di entrare nel merito della questione, è necessario considerare il reddito che bisogna verificare se un familiare può essere considerato a carico o meno.

A tal proposito, sono considerati familiari fiscalmente a carico (vedi art.12 DPR 917/86 familiari a carico):

  • i membri della famiglia che nel corso dell’anno hanno posseduto un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
  • i figli di età non superiore a 24 anni che nell’anno sono titolari di un reddito complessivo uguale o inferiore a 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili.

Quali redditi concorrono al limite per essere considerato familiare a carico?

Nel limite di reddito di 2.840,51 euro (o 4.000 euro) che il familiare deve possedere per essere considerato fiscalmente a carico, vanno computate anche le seguenti somme, che non sono comprese nel reddito complessivo:

  • il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni;
  • le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica;
  • la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato;
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità (art. 27, commi 1 e 2, del D.L. 6 luglio 2011, n. 98);
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni (art. 1, commi da 54 a 89, legge 23 dicembre 2014, n. 190).

Attenzione, sono considerati a carico anche se non conviventi con il contribuente o residenti all’estero: il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; i figli (compresi i figli adottivi, affidati o affiliati).

Ciò vale, indipendentemente dal superamento di determinati limiti di età. Poco importa se siano o meno dediti agli studi o a un tirocinio gratuito. Gli stessi, pertanto, ai fini dell’attribuzione della detrazione non rientrano mai nella categoria “altri familiari”.

Servizio civile e familiari a carico. Impatti anche sull’assegno unico

In premessa ci siamo chiesti quale sia l’impatto degli gli assegni attribuiti agli operatori del servizio civile rispetto al limite di reddito per essere considerati finalmente a carico. Il servizio civile impatta in negativo su detrazioni per carichi di famiglia e sull’assegno unico?

Ebbene per rispondere a tale domanda, ci viene in aiuto il decreto legislativo n. 40/2017, che ha istituito il “Servizio civile universale”.

In base a tale norma, art. 16, c.3, gli assegni attribuiti agli operatori per tale servizio rientrano tra i redditi esenti da imposizioni tributarie e non sono imponibili ai fini previdenziali.

Dunque si tratta di redditi esenti che non concorrono alla soglia reddituale per essere considerati familiari a carico (2840,51/4000 euro).

Attenzione però, l’esenzione si applica solo rispetto ai compensi erogati ai volontari del servizio civile universale.

Sono invece imponibili ai fini Irpef, ad esempio,  gli assegni percepiti per lo svolgimento della Leva civica volontaria regionale. Si veda la risposta n° 82/2018. In tale caso si tratta di somme percepite in pendenza di collaborazioni coordinate e continuative che concorrono alla formazione del reddito complessivo del percipiente. Dunque concorrono al limite di reddito per essere considerato fiscalmente a carico. Limite se superato fa perdere il diritto alla detrazioni per carichi di famiglia o all’assegno unico.

Riassumendo…

  • Per i familiari a carico, si può avere diritto all’assegno unico o alle detrazioni per carichi di famiglia;
  • per i figli a carico fino a 21 anni si ha diritto all’assegno unico;
  • in ogni caso vanno verificati i limiti reddituali per considerare i figli a carico;
  • non concorrono al limite gli assegni percepiti per il servizio civile universale.