In Redazione di Investire Oggi è arrivato un interessante quesito sulla detrazione delle spese universitarie nel 730 e nel modello Redditi.

“Lo scorso anno ho pagato le spese di iscrizione all’università per le mie due figlie a carico. La prima è iscritta presso un’università pubblica poco distante da casa; la seconda frequenta invece un’università privata. A breve anch’io mi iscriverò presso un’università telematica per completare un percorso di studi che non sono mai riuscito a portate a compimento per svariate vicissitudini.

A tal proposito, sono a chiedere quanto potrà scaricare nel 730 in ipotesi di iscrizione presso le università: pubbliche, private e telematiche.”

La detrazione delle spese universitarie

La norma che disciplina la detrazione delle spese universitarie nel 730 e nel modello Redditi è contenuta all’art.

15 del DPR 917/86, TUIR, lettera e).

La detrazione è ammessa al 19% per le spese universitarie sostenute dal contribuente per se stesso o per i familiari a carico.

La detrazione delle spese universitarie nel 730 ( o nel modello Redditi) è ammessa in riferimento a (circolare 19/E 2020):

  • corsi di istruzione universitari;
  • corsi universitari di specializzazione (per la frequenza di corsi di specializzazione in psicoterapia post universitaria la detrazione spetta se gli stessi sono effettuati presso centri accreditati presso il MIUR);
  • i corsi di perfezionamento (Circolare 1.06.1999 n. 122, risposta 1.2.5);
  • master universitari;
  • corsi di dottorato di ricerca. Ai sensi del D.M. n. 270 del 2004 e della legge n. 210 del 1998, il dottorato di ricerca rappresenta un titolo conseguito a seguito di uno specifico corso previsto dall’ordinamento per consentire ai laureati di acquisire un grado di preparazione necessaria per svolgere l’attività di ricerca di alta qualificazione (Risoluzione 17.02.2010 n. 11);
  • ecc.

Ad esempio, sono detraibili spese come: le tasse di immatricolazione e iscrizione (anche per gli studenti fuori corso); le spese sostenute per la cosiddetta “ricognizione” (si tratta di un diritto fisso da corrispondere per anno accademico da coloro che non abbiano rinnovato l’iscrizione per almeno due anni accademici consecutivi, che consente di riattivare la carriera pagando e regolarizzando eventuali posizioni debitorie relative ad anni accademici precedenti al periodo di interruzione); soprattasse per esami di profitto e laurea; la partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea; ecc.

Spese universitarie nel 730. Private o pubbliche, dove si risparmia di più?

Fatta tale doverosa ricostruzione veniamo al quesito su esposto.

Ebbene, diciamo fin da subito che la detrazione opera senza limiti di spesa per le università pubbliche. Cosicché, si potrà sarà possibile scaricare al 19% il totale della spesa sostenuta dal contribuente: per se stesso o per i familiari a carico.

Al contrario per le università private è necessario tenere conto dei limiti fissati anno per anno dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.

Rispetto al periodo d’imposta 2023, si dovrà tenere conto dei limiti fissati dal decreto spese universitarie 7 dicembre 2023 del Ministero dell’Università e della ricerca, pubblicato in data  30 gennaio 2024, sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 24.

l limite individuato dal decreto del MUR include: tasse e contributi di iscrizione, la spesa sostenuta per il test di ammissione nonché l’imposta di bollo. Agli importi ossia ai limiti individuati dal MIUR va sommato l’importo relativo alla tassa regionale per il diritto allo studio.

I limiti di spesa detraibili sono gli stessi di quelli previsti per lo scorso anno.

Gli importi massimi da indicare in dichiarazione dei redditi sono differenti in base:

  • all’area disciplinare della facoltà frequentata;
  • alla zona geografica in cui ha sede l’università.

Tenendo conto di questi due fattori, potrà essere individuata la spesa massima inseribile in dichiarazione dei redditi. Per le università del nord i limiti di spesa universitaria detraibili sono più alti.

Grazie all’allegato 1 del decreto è possibile capire in quale area disciplinare rientra il corso frequentato.

Si può detrarre contemporaneamente sia il master sia il corso di laurea.

Per quanto riguarda le università telematiche, nella circolare n°24/E 2022, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che:

le spese per i corsi di laurea svolti dalle università telematiche possono essere detratte, al pari di quelle per la frequenza di altre università non statali, facendo riferimento all’area tematica del corso e, per l’individuazione dell’area geografica, alla regione in cui ha sede legale l’università (Circolare 06.05.2016 n. 18/E, risposta 2.3).

Dunque per le università telematiche valgono le regole delle “private”.

Riassumendo…

  • Nel 730 è possibile scaricare le spese per la frequenza di università pubbliche e private;
  • per le “private” i limiti di spesa detraibili sono fissati anno per anno dal MIUR;
  • la detrazione dell’università privata varia in base all’area disciplinare della facoltà frequentata e alla zona geografica in cui ha sede l’università.