Uscire dal lavoro e andare in pensione a 60 anni, se consideriamo le regole pensionistiche di oggi, è un miraggio autentico. Poche le possibilità di andare in pensione a questa età. Eppure chi fa le Leggi in Italia sembra pensarla in maniera diversa. Per esempio, è stato introdotto l’Assegno di Inclusione che, tra le categorie di fragili a cui si rivolge, prevede proprio quella delle persone con oltre 60 anni di età.

Di conseguenza, una volta raggiunti i 60 anni, un contribuente ha sostanzialmente due strade: una è il sussidio, l’altra la pensione.

E in entrambi i casi, le difficoltà non mancano per prendere uno o l’altro sostegno.

In pensione a 60 anni solo con le misure senza limiti anagrafici

Chi si chiede come si può andare in pensione a 60 anni ha nelle pensioni senza limiti di età la risposta. Solo con le pensioni anticipate ordinarie e con la quota 41 per i lavoratori precoci oggi si può andare in pensione a 60 anni o prima. Perché in effetti tutte le altre misure di pensionamento in vigore prevedono il raggiungimento di un’età anagrafica sempre superiore ai 60 anni. Le pensioni anticipate ordinarie, invece, non hanno limiti anagrafici e si ottengono con 42 anni e 10 mesi di contributi versati se il richiedente è un uomo.

Nel caso di una donna, l’interessata deve avere 41 anni e 10 mesi di contributi versati. Con la quota 41 precoci, non ci sono distinzioni tra uomo o donna. Si può lasciare il lavoro, sempre senza badare all’età, una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione. Ma di questi 41 anni, uno deve essere stato versato anche discontinuamente prima di aver raggiunto i 19 anni di età. E poi, bisogna che l’interessato o l’interessata, siano anche alternativamente disoccupati, invalidi, caregivers o alle prese con una delle 15 attività lavorative logoranti meglio note come lavori gravosi.

Pensione a 60 anni o prima, poche le opportunità, le donne sono avvantaggiate

Alternative alle pensioni prima citate, per uscire dal lavoro a 60 anni e andare in pensione sono solo quelle dedicate alle lavoratrici.

Perché per esempio Opzione Donna prevede, anche se difficilmente, regole di uscita addirittura a 59 anni.

Una lavoratrice alle prese con aziende con tavoli di crisi aperti al Ministero, oppure invalide e caregiver, ma solo con due o più figli avuti, possono andare in pensione a 59 anni di età. Sempre invalide e caregiver, ma con un solo figlio, possono andare in pensione a 60 anni. E con Opzione Donna bastano 35 anni di contributi. Inoltre, le donne con una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80% possono lasciare il lavoro a partire dai 56 anni (gli uomini solo a partire dai 61 anni).

Niente pensione? Ecco l’Assegno di Inclusione

Quelle sopra citate sono le pensioni che il sistema offre anche a chi ha 60 anni di età. Ma chi non raggiunge i requisiti prima descritti o non rientra in quelle categorie previste come fa? L’unica alternativa alla pensione a 60 anni è l’Assegno di Inclusione. Si tratta del principale strumento di contrasto alla povertà oggi in vigore e spetta a minorenni, invalidi, presi in carico dai servizi sociali o sanitari e appunto, agli over 60.

Per rientrare nello strumento serve una determinata situazione reddituale e patrimoniale. Perché il diritto all’Assegno di Inclusione si basa sull’importo dell’ISEE che non deve essere superiore a 9.360 euro. Ma importante è pure il reddito personale del richiedente e cumulato con quello dei familiari presenti nell’ISEE.

Per prendere l’Assegno Sociale serve infatti un ISEE in corso di validità sotto quella soglia. Servono redditi sotto i 6.000 euro (moltiplicati per le scale di equivalenza in base al numero dei componenti la famiglia). E poi non bisogna avere troppi soldi in banca o alle Poste, troppi immobili di proprietà, veicoli e moto troppo potenti e troppo nuovi e così via dicendo.