Una delle novità più importanti della Riforma fiscale è la modifica dell’Irpef per il ceto medio. Il Governo Draghi taglia l’Irpef, la terza aliquota che interessa i redditi compresi tra i 28mila ed i 55mila euro lordi. Una manovra che interessa 7 milioni di contribuenti.

E’ una delle misure più significative del Governo, un tentativo importante per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti.

La bozza stilata da Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso da sottoporre al Governo potrebbe diventare realtà e trasformarsi in legge delega per modificare nel suo complesso il sistema tributario italiano già da luglio.

Riforma fiscale: riflettori puntati sul terzo scaglione Irpef

E’ nell’intenzione del Governo alleggerire il carico fiscale al ceto medio, lavoratori e pensionati, revisionando il terzo scaglione Irpef con un vero e proprio taglio dell’aliquota. Riguarda i redditi compresi tra i 28mila e 55mila euro e prevede un salto di aliquota di 11 punti (dal 27 al 38%).

Attraverso questo progetto di riforma andrà rivista anche l‘Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che si riverserebbe sull’Ires (Imposta sui redditi delle società).

Si punta ad una semplificazione sul combinato disposto di scaglioni, detrazioni e aliquote per tipologia di reddito, compreso l’assorbimento degli interventi 2014 e 2020 sul lavoro dipendente. Si includerà anche il bonus Renzi (80 euro fino a giugno 2020, successivamente lievitato a 100 euro).

Riforma fiscale: altre ipotesi al vaglio del Governo

Si sta valutando l’idea di ridurre il sistema ad aliquota continua previsto esclusivamente per i ceti medi e di introdurre un minimo esente senza obbligo di dichiarazione per i contribuenti collocati sotto la relativa soglia. Il minimo esente è da intendersi come una maxi-deduzione valida sulla distribuzione dei redditi (in tutto o in parte) con adeguamento del livello delle aliquote.

In alternativa, se il costo dell’intervento si rivelasse incompatibile con le risorse di finanza pubblica, verrebbe introdotto al solo scopo di ridurre il carico burocratico sui contribuenti.

Al vaglio del Governo Draghi anche le aliquote marginali, ovvero la quota percentuale di aumento del reddito da versare come imposta o compensata da una riduzione di benefici percepiti.

La Riforma è necessaria se pensiamo che il nostro Paese sa essere molto generoso nella tassazione dei redditi bassi e dei grandi patrimoni ereditari, ma non si rivela altrettanto generoso con il ceto medio produttivo. Anzi, si dimostra alquanto feroce nel tassare i redditi medi e medio-alti.