Il Consiglio dei ministri ha da poco approvato il cosiddetto DL Aiuti. Si tratta di un pacchetto di nuove misure economiche per far fronte dell’impennata dei prezzi e dei costi dell’energia, dovuti principalmente al conflitto in Ucraina. Una delle misure del decreto maggiormente discusse in questi giorni è sicuramente il cosiddetto bonus 200 euro: un incentivo una tantum a favore dei cittadini con un reddito inferiore a 35 mila euro.

Una delle notizie che forse è passata in secondo piano riguarda le modalità di finanziamento del bonus stesso.

La misura, infatti, sarà coperta per intero (circa sei miliardi di euro) con la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche; tassa che da poco il governo ha deciso di aumentare. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus 200 euro, cos’è e a chi spetta?

Il nuovo bonus 200 euro, sostanzialmente, consiste in un contributo a favore di lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati, ma anche disoccupati e percettori di reddito di cittadinanza che percepiscono un reddito inferiore a 35 mila euro.

I lavoratori dipendenti riceveranno il contributo direttamente in busta paga (tra giugno e luglio) dal proprio datore di lavoro; per i pensionati, invece, il bonus sarà erogato direttamente dall’INPS.

Infine, non è ancora stato chiarito come lo stesso sarà pagato ai lavoratori autonomi o ai disoccupati.

Tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche, l’aumento è considerevole

Come già detto in apertura, il bonus 200 euro sarà finanziato senza bisogno di ricorrere ad alcuno scostamento di bilancio, ma aumentando la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche già introdotta dai provvedimenti precedenti.

Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, l’ha definito un “contributo di solidarietà” e ha chiarito che per vis dell’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime, queste aziende hanno registrato dei guadagni oltre misura, mentre cittadini e aziende pagano bollette senza precedenti. Con il decreto Aiuti è stata inserita una norma che alza l’aliquota degli “extraprofitti” dal 10 per cento al 25 per cento.