La tassa sulla casa, conosciuta come IMU (Imposta Municipale Unica), è un tributo che grava sul possesso di immobili. Questo possesso si riferisce alla proprietà o al diritto reale di godimento su un immobile, come l’usufrutto o l’enfiteusi. Tuttavia, non tutte le abitazioni sono soggette a questa imposta. Ad esempio, le case adibite ad abitazione principale, purché non siano di categoria catastale di lusso (A/1, A/8, A/9), sono esenti dal pagamento dell’IMU.

La legge di bilancio del 2020, nel comma 741 lettera b, definisce l’abitazione principale come l’immobile in cui il possessore e i membri del suo nucleo familiare risiedono e dimorano abitualmente.

Questo significa che per beneficiare dell’esenzione dall’IMU, l’abitazione principale deve essere quella in cui la famiglia vive stabilmente e che non appartenga alle categorie catastali di lusso. Sono di lusso le categorie A/1, A/8 e A/9.

Cambio di rotta dalla giurisprudenza

La tassa sulla casa è un tema complesso che richiede una buona comprensione delle leggi e delle loro interpretazioni. L’IMU è una tassa importante per i comuni, che la utilizzano come fonte di finanziamento per vari servizi pubblici. D’altra parte, rappresenta anche una spesa significativa per i proprietari di immobili, soprattutto quando possiedono più di una casa.

Un aspetto cruciale di questa normativa riguarda la presenza di più immobili all’interno dello stesso nucleo familiare. La legge sull’IMU (commi 738-783 Legge bilancio 2020) stabilisce che, anche se una famiglia possiede più case, solo una di queste può essere considerata abitazione principale ai fini dell’esenzione dall’IMU. Questo vale indipendentemente dal fatto che le case si trovino nello stesso comune o in comuni diversi.

Applicando questa regola, in una famiglia con più di una casa, solo una potrebbe essere esente dall’IMU come abitazione principale.

Tuttavia, una sentenza della Corte Costituzionale ha modificato, da poco più di un anno, questo scenario.

I giudici hanno stabilito che, per quanto riguarda la tassa sulla casa (l’IMU), l’unico criterio da considerare è il luogo di residenza e dimora abituale del possessore dell’immobile. Questo principio introduce una possibilità interessante per le famiglie con più immobili.

Tassa sulla casa: il consiglio per risparmiare

Supponiamo, ad esempio, che un contribuente possieda due case di sua esclusiva proprietà e la moglie possieda una terza casa esclusivamente sua. In base alla nuova interpretazione, il marito potrebbe trasferire la sua residenza e dimora abituale in una delle sue case, mentre la moglie farebbe lo stesso con la sua casa. In questo modo, due delle tre case sarebbero considerate abitazioni principali e quindi esenti dalla tassa sulla casa (IMU), sempre che non appartengano a categorie catastali di lusso. La tassa sulla casa, in questo caso, colpirebbe solo la seconda abitazione del marito.

Questa interpretazione della legge, dunque, offre un’opportunità significativa per le famiglie di risparmiare, sfruttando al meglio le possibilità offerte dalla normativa vigente. Tuttavia, è importante considerare che tali strategie devono essere messe in atto rispettando rigorosamente le leggi in vigore, e potrebbe essere utile consultare un esperto fiscale per assicurarsi di operare in conformità con le normative attuali.

Riassumendo…

  • l’IMU è una tassa sulla casa che colpisce il possesso di immobili
  • case principali non di lusso sono esenti dall’IMU
  • secondo la legge di bilancio 2020, solo una casa per nucleo familiare potrebbe essere esente dall’IMU
  • la Corte Costituzionale ha, invece, permesso esenzioni multiple se i membri risiedono in case diverse
  • due case possono essere esenti, ad esempio, se marito e moglie risiedono in immobili separati.