Allarme tra i carabinieri a fine carriera per i tempi di pagamento delle pensioni. Come cantano i Gemelli DiVersi con il brano Tu corri!: 

“Un campione coi sogni impressi negli occhi, suo padre là sugli spalti si rivedeva in carriera quando giocava ai suoi tempi”.

Fin dal primo giorno di lavoro ogni persona è cosciente che si appresta a dover vivere lunghi anni di carriera. Questo prima di poter andare in pensione.

Per accedere a quest’ultima, infatti, è necessario aver maturato un determinato numero di contributi e rispettare una soglia di età, così come previsto dalla normativa vigente a fine carriera.

Un traguardo importante, che in alcuni casi può rivelarsi un incubo per molti lavoratori. Lo sanno bene tanti carabinieri che si ritrovano a dover attendere diversi mesi prima di poter ottenere il pagamento dell’assegno pensionistico.

Tempi di pagamento delle pensioni militari: è allarme tra i carabinieri a fine carriera

A rendere nota la difficile situazione che si ritrovano a vivere diversi carabinieri a fine carriera è stato il SIM, ovvero il Sindacato Italiano Militari Carabinieri. Attraverso una lettera indirizzata all’Inps e al Comando Generale dei Carabinieri, il sindacato ha denunciato il ritardo registrato nella lavorazione degli assegni pensionistici da parte dell’INPS. Entrando nei dettagli si stima che i carabinieri collocati in pensione possano attendere fino a quattro mesi dopo la fine del servizio per ottenere il pagamento del trattamento pensionistico.

Tempi di pagamento particolarmente lunghi che si rivelano essere, inevitabilmente, causa di gravi disagi economici per le famiglie interessate. Per questo motivo il SIM CC chiede che venga rispettato quanto stabilito all’articolo 1 del protocollo d’intesa tra Carabinieri e INPS. Il tutto al fine di garantire in tempi rapidi il diritto alla pensione. In particolare il segretario generale di SIM CC, ovvero Antonio Serpi, ha ribadito:

“Lavoreremo senza sosta, con forza e tenacia, per restituire immediatamente la dignità pensionistica ai nostri colleghi! […] La criticità sarà presto portata all’attenzione della Presidente del Consiglio dei Ministri per le dovute verifiche, finalizzate sia a trovare le dovute soluzioni e garantire ai colleghi di poter percepire l’assegno pensionistico all’atto della fine del servizio sia per accertare eventuali profili di responsabilità che hanno originato questa situazione indegna”.

Innalzamento dell’età pensionabile per il comparto Difesa e Sicurezza: stop alle fake news

Sempre soffermandosi su un tema alquanto importante come quello delle pensioni, il SIM ha voluto smentire le voci inerenti un prossimo innalzamento dell’età pensionabile per i lavoratori del comparto Difesa e Sicurezza. Al momento, è bene sottolineare, non esiste alcun provvedimento normativo di questo genere.

Soltanto dal 2027 si potrebbe registrare un aumento dell’età per accedere alle pensioni militari. Questo, però, non per via di fantomatici provvedimenti normativi. Bensì semplicemente a causa del meccanismo di adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita. Nel caso in cui dovesse verificarsi questa eventualità, sottolinea il Sindacato:

“l’adeguamento non dovrebbe superare di fatto i 2 o 3 mesi per le pensioni di anzianità ovvero anche per le pensioni di vecchiaia ma solo qualora non si dovesse raggiungere il requisito minimo dei 35 anni di servizio utile, ipotesi peraltro molto rara. Alla luce di quanto sopra, non esiste ragione per creare allarmismo mediatico e preoccupazione nel personale”.