Più controlli sui capitali trasferiti all’estero. Spostare somme di denaro fuori dai confini italiani a mezzo bonifici o trasferimento titoli implica la segnalazione automatica al’Agenzia delle Entrate.

Grazie al protocollo appena siglato fra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, diventa operativa la possibilità di richiedere direttamente alle banche estere, con le quali vi è accordo di scambio di informazioni automatiche nell’ambito degli accordi presi con l’Italia, informazioni sui capitali in entrata da parte di soggetti residenti in Italia.

Le informative sul monitoraggio fiscale

La novità permetterà quindi dal 1 ottobre 2020, data in cui entrerà pienamente operativa la nuova funzione di monitoraggio fiscale (la legge è in vigore dal 1990), di verificare l’utilizzo dei fondi e soprattutto il pagamento delle imposte previste per i residenti in Italia (pagamento bolli, imposte sulle rendite finanziarie e capital gain). Più nel dettaglio, le richieste di informazioni riguarderanno flussi di capitali per somme dai 15.000 euro in su, in forma intera o frazionata nell’arco di un anno. Le risposte per questo tipo di flussi finanziari dovranno essere trasmesse all’anagrafe tributaria presso l’Agenzia delle Entrate entro 15 giorni. Più tempo, invece (fino a 30 giorni) per le restanti richieste di informazioni sui capitali detenuti all’estero.

Come avvengono i controlli

I controlli sul monitoraggio fiscale partono dalla banca italiana. L’istituto di credito è infatti tenuto a segnalare al UIF (Unità di Informazione Finanziaria) tutti i trasferimenti di denaro all’estero di importo superiore a 15.000 euro. Da qui, l’UIF, in base alle informazioni in proprio possesso, effettuerà opportune valutazioni di merito, soprattutto per quanto concerne la normativa antiriciclaggio segnalando agli organi competenti eventuali (Procura e Agenzia delle Entrate) i flussi di denaro. I rispettivi uffici agiranno poi per conto loro. Per quanto concerne il fisco, l’Agenzia delle Entrate, se ravvisa sospetti di elusione fiscale incrociando anche i dati in suo possesso (dichiarazioni dei redditi, fatture, ecc.), chiederà informazioni alle banche estere che dovranno rendicontare la movimentazione del denaro ricevuto, come avviene esattamente in Italia con la visura degli estratti conto bancari.

In caso di consistenti prelevamenti di denaro allo sportello, poi, il contribuente sarà chiamato a giustificarne l’utilizzo. Idem per i versamenti.

Controlli su trasferimento capitali da 15.000 euro in su

La nuova disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate fa seguito all’impulso dato dal governo in merito al contrasto all’evasione fiscale che nel nostro Paese ha raggiunto livelli insostenibili e rappresenta un record europeo. Recentemente una stoccata è giunta anche dagli altri Stati Ue durante la discussione per la concessione di aiuti economici (Recovery Fund) all’Italia, che sarà il maggior beneficiario con una quota del 28%. Così – si legge in una nota dell’Agenzia delle Entrate – si è deciso di dare un ulteriore giro di vite controllando maggiormente i flussi di capitale “al fine di contrastare i fenomeni di illecito trasferimento e detenzione di attività economiche e finanziarie all’estero, riconosce al Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle entrate e ai Reparti speciali della Guardia di finanza la possibilità di richiedere agli intermediari e agli altri operatori finanziari le informazioni relative alle operazioni finanziarie da e verso l’estero di importo pari o superiore a 15.000 euro, anche per masse di contribuenti e agli operatori tenuti agli adempimenti antiriciclaggio, l’identità dei titolari effettivi con riferimento a specifiche operazioni con l’estero o rapporti a esse collegati”.