L’assegno unico universale per le famiglie con figli è una delle più importanti riforme al welfare che il governo intende perseguire. Il suo esordio è previsto per il 2021, ma la data esatta ancora non si conosce.

La riforma avverrà infatti tramite apposita legge delega, attualmente in discussione al Senato, e per la quale l’esecutivo avrà al massimo 12 mesi di tempo per attuare la riforma. Ma che cosa è l’assegno unico universale? In linea di massima si tratta di un assegno che riunirà sotto una unica voce tutti i bonus dedicati alla famiglia, compreso l’assegno per il nucleo familiare.

Quindi, i vari bonus bebé, l’assegno di natalità, il bonus asilo nido, ecc. Tutto sarà gestito unicamente dall’Inps che dispone di una ricca banca dati dei soggetti beneficiari.

Assegni e bonus accentrati in una sola voce

L’idea del governo quindi è quella di semplificare la gestione dell’erogazione di contributi familiari per chi ha figli a carico. Sarà il ministero del Lavoro ad elaborare un piano di riforma del welfare in questo senso con l’assorbimento di tutte le erogazioni attualmente in circolazione che hanno la medesima finalità. E tutto sarà gestito direttamente dall’Inps. Il progetto prevede che l’assegno unico universale sia erogato a famiglie con uno o più figli fino al compimento del 21 esimo anno di età. L’importo mensile sarà determinato, oltre che dal coefficiente ISEE, anche da altre importanti variabili.

A quanto ammonta l’assegno universale

L’assegno universale si comporrà quindi di una quota fissa e una variabile. La parte variabile sarà determinata, oltre che dal coefficiente ISEE, anche dal numero dei figli e dall’età degli stessi. Se un figlio ha un’età inferiore ai 3 anni, ad esempio, in automatico verrà riconosciuto nell’assegno anche il bonus asilo nido. Mentre il bonus di natalità verrà erogato al momento della domanda e per una sola volta entro il primo anno di età del bambino.

Difficile pertanto stabilire l’importo, perché tutto dipenderà da molte variabili e dalle disponibilità economiche che saranno stanziate.

Età dei figli

A differenza dell’ANF, l’assegno unico universale sarà erogato fino al compimento del 21 esimo anno di età. Ma non è escluso che possa arrivare anche a 25 per famiglie con redditi bassi e con figli che frequentano l’Università. L’assegno universale sarà poi maggiorato se in famiglia vi è più di un figlio o se ci sono figli disabili. Anche quest’ultimo aspetto sarà preso in debita considerazione dal governo e assorbirà i sussidi attualmente spettanti per i portatori di handicap. Per costoro, l’assegno sarà commisurato al grado di invalidità a prescindere dall’età anagrafica.

Addio al ANF e ad altri bonus

Con l’introduzione dell’assegno unico familiare andrà in pensione l’ANF (assegno per il nucleo familiare). Tale assegno è riconosciuto attualmente per i nuclei familiari fino al compimento del 18 esimo anno di età del figlio il cui importo viene annualmente aggiornato in base alla variazione del tasso d’inflazione rilevato dall’Istat.

Spariranno anche tutte quelle prestazioni economiche per le quali bisogna presentare ogni volta una singola richiesta. In sostanza, l’assegno per il nucleo familiare previsto dai Comuni, il bonus bebé, il premio natalità, il fondo a sostegno della natalità, ecc. Unica cosa che rimarrà fuori saranno le detrazioni fiscali per i figli minorenni e maggiorenni a carico che seguono un iter diverso. Il tutto sarà gestito unicamente dall’Inps.

Fra gli altri requisiti richiesti, oltre che il reddito Isee, ci sono anche  il possesso della cittadinanza italiana (o europea), la residenza stabile in Italia della famiglia da almeno due anni, essere soggetti al regime fiscale italiano,cioè versare le imposte nel nostro Paese.