La violenza di genere porta a pensare al femminicidio, ma si tratta di violenza contro un genere, sia esso quello femminile che quello maschile. Senza nulla togliere alla violenza contro le donne che è un reato ignobile che merita le punizioni sancite dalla legge (e a volte anche più pesanti) non bisogna dimenticare che esiste anche il reato della violenza delle donne contro gli uomini. Certo non si tratta di una violenza fisica, non si tratta di una violenza che fa male nel comune senso del termine, ma che è più subdola e altrettanto lesiva.
Sono donna e so quanto una donna può essere cattiva, calcolatrice e subdola quando lo vuole e il maschicidio, anche se nessuno ne parla, provoca circa 200 suicidi l’anno.
L’uomo è la parte forte e aggressiva? Non sempre
Legati agli stereotipi che l’uomo è la parte forte della coppia, che è la parte aggressiva, che è più forte fisicamente e che un uomo che subisce una violenza è un debole molto spesso gli uomini che subiscono ingiustizie e violenza preferiscono tacere piuttosto che parlarne e soffrono in silenzio.
Sono 5mila gli uomini che ogni anno subiscono violenza silenziosamente dalle donne: false accuse di stalking (non che poi non ce ne siano a migliaia di vere!), false accuse di violenza sessuale, pressione esercitata dalle madri sui figli per allontanarli dal padre, richiesta di mantenimento come arma di vendetta in caso di separazione e divorzio, lancio di oggetti come reazioni a liti, morsi, pugni, graffi. Le violenze, quindi, sono sia fisiche che psicologiche e l’uomo, molto spesso, non risponde perché reagire con uno schiaffo a quello della donna sarebbe sproporzionato.
Ogni anno, in Italia, ci sono 200 padri si suicidano perché le ex mogli gli impediscono di vedere i figli, donne che usano i bambini quali strumento di vendetta, che denigrano la figura paterna non pensando minimamente che non fanno del male solo all’ex marito ma anche alla prole che, per vergogna, arriva a negare di avere un padre subendo, quindi, dei gravi squilibri psicologici.
Violenza di genere: femminicidio e maschicidio
Quale donna non abborro soltanto il femminicidio ma la violenza in genere, su ogni persona, maschio o femmina che sia: chi è vittima di violenza è indifeso e vittima, chi pratica la violenza è il carnefice.
Quindi quando sento parlare di violenza da parte delle donne sugli uomini non me la sento di dire che è un sorte di legge del contrappasso per pareggiare i conti per le migliaia di vittime di femminicidio: non sono stati quegli uomini lì a commettere violenza sulle donne. Ogni violenza è a sè e ogni carnefice va punito ma il punto fondamentale è che le donne, essendo più subdole la loro violenza la fanno non lasciando tracce visibili, non la praticano lasciando lividi ma ferite interiori molto più difficili da rimarginare proprio perché nessuno le vede e nessuno le conosce.