Qualche giorno fa l’INPS ha dato l’allarme sui tentativi di truffa visite fiscali che alcuni falsi funzionari medici dell’istituto stanno attuando nei confronti dei lavoratori dipendenti che si trovano in malattia.

Non a caso, il malevolo lo si sta attuando in questo periodo in cui sono entrate in vigore le nuove fasce di reperibilità dopo la sentenza TAR Lazio di fine 2023. Una sentenza che ha equiparato gli orari delle visite dei dipendenti settore pubblico a quelli del settore privato.

Ma come fare a capire che chi bussa alla porta non è effettivamente il medico INPS, ma un malintenzionato?

I nuovi orari di reperibilità

In primis ricordiamo che le visite fiscali sono finalizzate ad accertare che il lavoratore dichiaratosi “malato” all’azienda, sia effettivamente impossibilitato a svolgere la propria attività a causa della diagnosi certificata dal medico curante.

Durante il periodo di malattia il lavoratore, dunque, deve essere reperibile. Ossia deve farsi trovare al domicilio indicato all’INPS. E deve farsi trovare in determinate fasce orarie della giornata. Prima della sentenza TAR Lazio n. 16305/2023, gli orari delle visite fiscali erano differenti a seconda che si trattasse di dipendenti del settore privato e dipendenti del settore pubblico.

Per i dipendenti pubblici la fascia di reperibilità era dalle 9 alle 13 e della 15 alle 18. Per i privati, invece, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

A seguito della menzionata sentenza, l’INPS indica i nuovi orari visite fiscali (Messaggio 4640/2023). In dettaglio, anche per i dipendenti pubblici la fascia di reperibilità passa dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 (sabato, domenica, festivi inclusi).

Truffa visite fiscali, come riconoscere il medico INPS

Dopo diverse segnalazioni ricevute, l’INPS emana un comunicato in cui lancia l’alert su tentativi di truffa visite fiscali che si stanno verificando.

In sostanza alcune persone bussano alla porta dei malcapitati lavoratori in malattia spacciandosi come medici INPS.

Il tentativo è finalizzato a rubare i dati anagrafici e sensibili del soggetto individuato.

L’istituto fa sapere, quindi, come riconoscere se trattasi di truffa o verità. I medici INPS non hanno bisogno di chiedere i dati anagrafici del lavoratore in quanto già ne sono in possesso. Inoltre indicano sempre il motivo della visita. Quindi, sanno ad esempio anche qual è la malattia indicata dal lavoratore nel certificato e quella diagnosi vanno ad accertare.

Altro campanello di allarme può essere l’orario della visita. Se il campanello o il citofono di casa suona dalle 13 alle 16:59 può trattarsi di un tentativo di truffa visite fiscali. Non bisogna poi dimenticare i casi di esonero. Attualmente sono esonerati dalle fasce di reperibilità:

  • lavoratori subordinati dipendenti dai datori di lavoro privati con
    • patologie gravi che richiedono terapie salvavita
    • stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%;
  • dipendenti pubblici in caso di
    • patologie gravi che richiedono terapie salvavita
    • malattie per le quali è stata riconosciuta causa di servizio (non per tutti i dipendenti pubblici)
    • stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%.

Attenzione, dunque, a chi bussa. È bene accertarsi che si tratti di un vero medico INPS prima di far entrare in casa chi si spaccia per tale.

Riassumendo…

  • l’INPS ha lanciato l’allarme sui tentativi di truffa visite fiscali
  • alcuni falsi medici INPS bussano alla porta per rubare i dati anagrafici e sensibili del malcapitato
  • l’istituto fa sapere che i veri medici INPS non hanno bisogno di chiedere i predetti dati al lavoratore in quanto già ne sono in possesso
  • altri campanelli di allarma possono essere una visita ricevuta in orario non rientrante nella fascia di reperibilità o la visita ricevuta in casi di esonero.