L’agenzia di rating Fitch avrebbe dovuto esprimersi sull’Italia il prossimo 24 luglio, ma a sorpresa ha anticipato i tempi e ieri sera ha comunicato di avere declassato il debito pubblico del nostro Paese di un gradino, portandolo da “BBB” a “BBB-” con prospettive “stabili”. La mossa, si legge nel comunicato, si spiega come conseguenza dell’impatto del Covid-19 sull’economia italiana, attesa in contrazione di almeno l’8%, mentre il rapporto debito/pil dovrebbe crescere di una ventina di punti al 156%, significativamente superiore rispetto alla media dei paesi giudicati “BBB”, ha aggiunto.
Cosa succede ai BTp se stasera Standard & Poor’s declassa il rating a “junk”?
Gli accadimenti di queste settimane hanno indotto Fitch a intervenire con una modifica dei tempi fissati, così da ottemperare agli “obblighi legali”, ha spiegato l’agenzia, che nota come il PEPP varato dalla BCE a marzo da un lato crei spazi di manovra fiscale per reagire meglio alla crisi, dall’altro ridurrebbe gli incentivi a risanare i conti pubblici e ad attuare un’agenda di riforme per la crescita. Inoltre, sempre secondo l’agenzia, i bassi rendimenti di questa fase sono conseguenza delle deboli performance delle economie.
E c’è una tirata di orecchie all’Italia, quando nota come l’Italia non ha saputo approfittare della riduzione della spesa per interessi dal 2015 per finanziare misure di crescita e ridurre il rapporto debito/pil, che nei fatti si è contratto di nemmeno mezzo punto percentuale. Parliamo degli ultimi 4 governi, che vanno da quello guidato da Matteo Renzi ai due di Giuseppe Conte, passando per Paolo Gentiloni.
Status dei BTp in bilico
Immediata la reazione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha difeso i fondamentali “solidi” dell’Italia, notando come Fitch non avrebbe preso in debita considerazione le misure della UE per garantire una risposta coordinata ed efficace contro la crisi, pur ammettendo che la reazione del governo italiano non sarà concentrata solamente sull’emergenza, bensì pure per sostenere la ripresa post-Coronavirus.
A questo punto, l’Italia ha ben due agenzie a valutarne il debito a un solo gradino sopra il livello “junk”. Oltre a Fitch, c’è Moody’s con “Baa3”, chiamata ad esprimersi l’8 maggio, insieme alla quarta e minore tra le grandi agenzie, la canadese Dbrs, il cui giudizio risulta al momento il più elevato con “BBB(high)”, ben tre gradini sopra “junk”. Venerdì scorso, S&P aveva confermato il rating italiano a “BBB”, facendo tirare un sospiro di sollievo ai mercati finanziari. Se Moody’s declassasse il rating anche di un solo gradino, i nostri titoli di stato non sarebbero più “investment grade” per essa, ma lo status più solido verrebbe garantito ancora formalmente dalle altre tre agenzie. E sempre formalmente, lo manterrebbero fino a quando tutte le agenzie non li declassassero sotto “BBB-/Baa3/BBB(low)”.
Si consideri, poi, che la BCE ha deciso nei giorni scorsi che accetterà ugualmente i titoli “junk” come collaterale di garanzia fino al settembre dell’anno prossimo, purché siano stati “investment grade” fino al 7 aprile scorso, con ciò segnalando che le banche non dovrebbero eventualmente correre a vendere BTp per accedere alla liquidità di Francoforte.
Rating BTp, declassamento a “spazzatura” probabile entro luglio