Una flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti. E’ quanto prevede il disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale che in questi giorni approderà in CdM. Diverse le novità che potrebbero cambiare radicalmente il rapporto fisco contribuente non solo per quanto riguarda la tassazione, ma anche nella definizione dei controlli e dei contenziosi. Si punterà molto sul contraddittorio preventivo e sulla compliance ossia sull’adempimento spontaneo del contribuente.
Detto ciò, rimanendo sulla flat tax, il Governo sembrerebbe intenzionato a confermare l’attuale tassa piatta che a oggi può essere sfruttata solo dalla persone fisiche esercenti impresa arti o professioni, non in regime forfettario.
Vediamo come potrebbe essere strutturata la tassa piatta per i lavoratori dipendenti.
La Flat tax incrementale oggi
Innanzitutto, dobbiamo partire da quelle che a oggi sono le attuali aliquote Irpef sulla base delle quali sono tassati i redditi dal periodo d’imposta 2022 in avanti.
Nello specifico le aliquote Irpef sono le seguenti:
- 23% per i redditi finno 15 mila euro;
- 25% per i redditi da 15 mila a 28 mila euro;
- 35% per i redditi da 28 mila a 50 mila e
- 43% per i redditi oltre 50 mila.
Con la riforma fiscale, le aliquote potrebbero diventare tre: 23%; 33%; 43%.
Detto ciò, con l’attuale flat tax, ex legge 197/2022, Legge di bilancio 2023, imprese e professionisti non in regime forfettario, per i soli redditi 2023, possono applicare una tassa piatta del 15%.
In particolare, il 15% si applica solo alla differenza, non superiore a 40.000 euro, tra:
- il reddito d’impresa e di lavoro autonomo conseguito nell’anno 2023 e
- quello più alto del triennio precedente (2020, 2021 e 2022);
Su tale differenza, ridotta del 5% del reddito maggiore dei tre anni precedenti, si applica la flat tax incrementale. Sul resto del reddito si applicano le aliquote Irpef ordinarie.
Attenzione però, gli acconti d’imposta 2024, dovranno essere versati considerando, quale imposta del periodo precedente, quella che sarebbe scaturita non applicando il regime sostitutivo flat tax incrementale.
Inoltre:
quando la spettanza e/o la determinazione di tali agevolazioni fanno riferimento al possesso di requisiti reddituali, si deve tener conto anche della quota di reddito che, ai sensi del comma 55, non è confluita nell’imponibile Irpef perché tassata con la sostitutiva del 15% (comma 56 Legge n°197/2022).
Dunque, il reddito soggetto a flat tax incide comunque ai fini della spettanza di deduzioni, detrazioni o altri benefici anche di natura non tributaria.
La flat tax incrementale nella riforma fiscale
Nel DDL di delega al Governo per le riforma fiscale, si parla di flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti.
Il meccanismo della flat tax dovrebbe essere quello già previsto per gli “autonomi”. Dunque, si parte sempre dal reddito prodotto in un determinato periodo d’imposta al quale va sottratto il reddito più alto conseguito nel triennio precedente; da qui, sull’importo ottenuto, ridotto del 5% del reddito maggiore dei tre anni precedenti, si applicherà la flat tax del 15%.
Sul resto si applicherebbero le nuove aliquote Irpef.
Per conoscere l’effettiva articolazione della flat tax dipendenti si dovrà aspettare ancora qualche mese, posto che, una volta approvata la legge delega poi, man mano, sarà necessario adottare i vari decreti legislativi di attuazione dei principi espressi nella stessa delega.
L’iter dovrà essere portato a termine entro 24 mesi dall’approvazione della legge di delega al Governo per la riforma fiscale.