Con uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno le risorse PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), di 400 milioni, destinate all’imprenditoria femminile, prende il via il “Fondo impresa donne”, finalizzato all’erogazione di contributi (nella forma del fondo perduto o finanziamenti agevolati).
Nei giorni scorsi è stato, infatti, firmato il relativo decreto interministeriale del MISE. L’obiettivo, si legge nel comunicato stampa del ministero, è quello di
di incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, supportando le loro competenze e creatività per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi.
Fondo imprese donna: chi potrà fare domanda
I contributi sono, dunque, finalizzati a sostenere e rafforzare gli investimenti dell’imprenditoria femminile.
Possono accedere al fondo imprese donna:
- lavoratrici autonome
- imprese individuali (la partita iva deve essere di una donna)
- società di capitali con capitale e consiglio di amministrazione detenuto e composto rispettivamente per almeno 2/3 da donne
- cooperative e società di persone di cui almeno il 60% dei soci sia di sesso femminile.
La presentazione delle domande avverrà tramite il sito di Invitalia. Per conoscere la data di apertura dello sportello occorre attendere altro decreto del MISE. Le richieste saranno processate in base all’ordine temporale di arrivo e fino ad esaurimento delle risorse.
I requisiti
Ai fini dell’accesso al fondo imprese donna è richiesto, in ogni casi, il rispetto di determinati requisiti. In primis è necessario che l’impresa beneficiaria realizzi il programma di investimento entro due anni. Inoltre:
- se trattasi di lavoratrici autonome o ditte individuali che non sono ancora avviate, è necessario che l’apertura della partita IVA avvenga entro 60 giorni dall’esito positivo della domanda di accesso al fondo
- occorre che la sede legale e/o operativa dell’impresa si trovi in Italia
- se trattasi di imprese già in attività è necessario che queste siano costituite da almeno un anno.
Infine, è previsto un tetto massimo di spese ammissibili ai contributi, e fissato a 250.000 euro se trattasi di nuove attività e di 400.000 euro per attività già in essere.
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