La pensione resta per i giovani (e meno giovani) di oggi ancora un miraggio. Complice il precariato nel mondo del lavoro e le difficoltà a trovare un’occupazione una volta terminati gli studi. Il sistema pensionistico italiano brancola ancora nell’incertezza. La riforma pensioni ormai è rimandata di un anno. Era prevista per il 2023 ma con tutta probabilità il tutto è rinviato al 2024.
Il governo Meloni si è insediato solo dopo la metà di ottobre ed i tempi per farla sono stretti. C’è da fare la legge di bilancio 2023 altrimenti si rischia seriamente l’esercizio provvisorio.
La situazione porta i cittadini a trovare strade alternative che permettano di avere, comunque, in futuro una vecchiaia dignitosa. Sono sempre più, dunque, coloro che puntano ad investire i propri risparmi in un fondo pensione.
Certo oggi è diventato difficile anche avere dei risparmi. Un tasso di inflazione che ha toccato circa il 12%, il caro bollette, il caro benzina ed il caro prezzi in generale rendono impresa ardua arrivare alla fine del mese per le famiglie. Stipendi e pensioni che restano gli stessi a fronte di una impennata dei prezzi (anche di prima necessitò) senza precedenti.
Ad ogni modo aumentano sempre più gli iscritti ai fondi pensione, anche se i rendimenti calano.
Cos’è il fondo pensione
Se volessimo dare una definizione molto semplice di un fondo pensione, la possiamo ricercare nella parola stessa. È un fondo in cui confluiscono i premi (somme) che un soggetto decide di versare periodicamente (a seconda del piano previsto dal fondo stesso) per poi ritrovarsi una somma di denaro che va ad integrare la propria pensione quando sarà il momento. Insomma una sorta di pensione fa da te
Esistono diversi fondi pensione e diverse compagnie che offrono soluzioni valide. Sui premi che si pagano, ovviamente, maturano degli interessi in quanto chi gestisce tali fondi (ad esempio compagnie assicurative, Poste Italiane, Banche, ecc.) investono a loro volta i premi ricevuti.
Perché conviene la pensione fai da te (il risparmio fiscale)
Avere un fondo pensione non solo garantisce un assegno mensile aggiuntivo alla pensione stessa, ma comporta anche vantaggi fiscali per chi lo ha e che, quindi, versa i premi periodici per alimentarlo.
Chi, infatti, sceglie di destinare i propri risparmi a fondo pensione, riesce a pagare meno tasse. Questo grazie alla possibilità di dedurre, in dichiarazione dei redditi, i premi versati nell’anno d’imposta.
Ad esempio, nella Dichiarazione redditi/2022 (anno d’imposta 2021) il dichiarante ha potuto portare in deduzione quelli pagati nel 2021.
La deduzione spetta anche per i contributi versati a forme pensionistiche complementari istituite presso gli Stati membri dell’Unione europea ovvero da quelli aderenti allo Spazio economico europeo con i quali l’Italia abbia stipulato un accordo che assicuri un effettivo scambio di informazioni.
Previsto, comunque, un limite massimo di deducibilità, stabilito in 5.164,57 euro. Questo significa che se nell’anno sono pagati premi complessivi, ad esempio, per 6.000 euro, poi in dichiarazione dei redditi si possono dedurre solo 5.164,57 euro. Se, invece, nell’anno i premi pagati, ad esempio, sono complessivamente 4.000 euro, in dichiarazione redditi si deduce 4.000 euro.
Cosa diversa, invece, per i c.d. piani di accumulo individuale. Si tratta di piani di risparmio diversi dal fondo pensione. Mentre, infatti, quest’ultimo entra in gioco con la pensione, per i piani di accumulo, invece, sono previsti anche riscatti parziali o totali dopo un certo numero di anni. I premi versati inoltre in questo caso non sono detraibili o deducibili in dichiarazione redditi.