Il decreto Monti sulle liberalizzazioni è legge e porta con sé tante novità, e tra queste è doveroso segnalare il blocco all’accesso agli incentivi statali per il fotovoltaico a terra in aree agricole.
Il divieto di accesso agli incentivi statali
In particolare è l’articolo 65 del decreto convertito in legge n. 27 del 2012 che prevede il divieto all’accesso degli incentivi previsti dal decreto rinnovabili 2011 (decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28) per l’installazione di impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole.
Fotovoltaico a terra decreto Monti: le eccezioni
Ma ci sono comunque delle eccezioni in relazione all’installazione di impianti solari fotovoltaici realizzati e da realizzare su terreni demaniali militari, e quelli che hanno ottenuto il titolo abilitativo entro l’entrata in vigore della legge di conversione del dl liberalizzazione, ossia entro lo scorso 25 marzo 2012.
Le giustificazioni del Governo Monti
La giustificazione del Governo allo stop a tali incentivi statali per l’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra in aree agricole, si ritrova nella considerazione che proprio gli incentivi statalisono stati additati come la causa principale dell’avvio di un meccanismo frequente negli ultimi anni, quello del fotovoltaico cosiddetto “selvaggio”, una distesa infinita di pannelli solari fotovoltaici che occupano le nostre campagne e zone agricole.
Le diverse posizioni: la Coldiretti favorevole
Ci sono pareri diversi però in merito allo stop all’accesso agli incentivi statali per pannelli fotovoltaici introdotto dal Governo Monti.
Le associazioni ANIE/GIFI e Aper contrarie
Dall’altra parte abbiamo le posizioni di ANIE/GIFI ( Gruppo imprese fotovoltaico legato a Confiduinstria) e APER (associazione produttori energia da fonti rinnovabili) hanno immediatamente chiesto lo stralcio della norma, spiegando che le disposizioni relative al fotovoltaico non hanno niente a che vedere con lo scopo del Decreto sulle liberalizzazioni. Si legge nel comunicato stampa delle tre sigle infatti, comunicato che è stato adottato subito dopo l’emanazione del decreto n. 1/12, quindi prima della sua conversione in legge, come il “Decreto sulle liberalizzazioni predisposto dal Governo Monti e attualmente all’esame delle Camere contiene alcune disposizioni relative al fotovoltaico che non hanno niente a che vedere con lo scopo del provvedimento. Come noto, il DLgs 3 marzo 2011 n.28 ha normato in modo definitivo le installazioni fotovoltaiche su terreni agricoli, prevedendo restrizioni in termini di potenza massima installabile e di rapporto fra la superficie occupata dall’impianto e quella totale.
Impianti entrati in esercizio entro 60 gg: sì all’accesso agli incentivi
Ma le parole delle associazioni ultime non sono state ascoltate e, come sappiamo, l’articolo 65 del DL 1/12 è stato approvato dal Parlamento con la conversione in legge n. 27 del 2012, aggiungendo però che rimane in vigore il comma 6 dell’articolo 10 del Decreto rinnovabili per cui l’installazione di impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole accede, senza verifica del possesso dei requisiti dei commi 4 e 5 dello stesso decreto in oggetto, (quindi potenza nominale non superiore a 1 MW, distanza tra impianti dello stesso proprietario non inferiore a 2 km e occupazione dell’area agricola per non più del 10%), agli incentivi statali previsti a delle condizioni però, ossia che l’impianto solare fotovoltaico in questione, entri in esercizio entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge n.