Verso un’unione fiscale europea?
Quale sarebbe il futuro dell’Europa a trazione tedesca? La cancelliera ambisce a completare l’unione monetaria con una struttura anche politica. Contrariamente a quanto si pensi, ella vorrebbe un accentramento dei poteri di gestione dei conti pubblici nazionali, ma poiché ciò rischia di tramutarsi in una condivisione dei rischi e degli oneri, prima di compiere un simile passo vorrebbe che i bilanci degli stati membri siano risanati e consolidati.
L’idea della Merkel sarebbe di fornire alla UE/Eurozona risorse dirette per finanziare programmi di investimento, attingendo magari al gettito IVA degli stati.
La Germania si riprende il posto nella storia
Niente eurobond, ovvero emissione di debito condiviso, ma non si esclude che Bruxelles possa emettere debito proprio, seppur garantito pro-quota dagli stati membri. Infine, sia il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, sia il collega tedesco, Wolfgang Schaeuble, si sono detti favorevoli a sostituire progressivamente il Fondo Monetario Internazionale per le questioni europee con l’ESM. Quest’ultima proposta sancisce ancora più schiettamente la volontà dell’Europa germanica di sganciarsi dalle costruzioni internazionali post-belliche di diretta emanazione USA, facendo della UE una realtà del tutto autonoma degli USA con pari dignità sul piano mondiale, anche mettendo in conto possibili tensioni tra le due potenze.
A settembre, la cancelliera quasi certamente vincerà le elezioni federali per la quarta volta. Resta da vedere con quale maggioranza. La vittoria di Emmanuel Macron in Francia le consente di godere di alleanze solide per tentare finalmente di rompere gli indugi, plasmando l’Europa a dimensione tedesca. In un certo senso, è come se la storia, interrottasi nel 1945 per le vicissitudini che sappiamo, abbia oggi ripreso il suo corso, chiaramente in forme molto diverse, garantendo alla Germania quel posto sul palcoscenico mondiale, che cerca di prendersi ormai da circa un secolo e mezzo. (Leggi anche: Eurobond, proposta “indecente” legata al Fiscal Compact)