Bisogna tornare al mese di gennaio del 2023 per trovare un prezzo del gas europeo così alto. La quotazione per le consegne a marzo è salita sopra 58 euro per Mega-wattora alla Borsa di Amsterdam. Esattamente un anno fa stava a poco più di 25 euro. Un più che raddoppio preoccupante, anche perché riflette una tendenza negativa per le scorte continentali. Queste sono scese al 49% della capacità massima dal 67% di un anno fa e ai minimi da quando è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina.
Flop energie rinnovabili
Il boom del prezzo del gas in Europa arriva alla vigilia dell’attesa per un’ondata di freddo, che colpirà particolarmente il Nord.
E coincide con l’ennesima dimostrazione che le energie rinnovabili da sole siano tutt’altro che affidabili. Il clima mite e il poco vento hanno ridotto l’offerta di energia eolica, aumentando la domanda di gas. Una situazione simile a quella che lo scorso anno provocò una carenza di offerta nel Regno Unito.
Contraccolpi per l’inflazione europea
Tutto questo si rivela problematico per l’Europa. Dopo pochi mesi dall’inizio della guerra tra russi e ucraini, complice il clima benevolo, il continente era riuscito a rimpinguare le scorte e a prepararsi ai mesi invernali senza grossi patemi d’animo. Il prezzo del gas, che a fine agosto del 2022 toccò il record di quasi 340 euro per Mega-wattora, chiuse l’anno a circa 70 euro. Di lì in avanti non c’era più stata alcuna impennata nei periodi freddi. In queste settimane si ripresenta lo spauracchio delle basse scorte e dei prezzi alti.
Quotazioni così alte rischiano di fare esplodere la bolletta per famiglie e imprese e di riattecchire l’inflazione, frustrando i tentativi della Banca Centrale Europea di abbassare i tassi di interesse.
E tutto questo sta avvenendo in un contesto geopolitico quasi caotico. L’amministrazione Trump sta aumentando i dazi come promesso e finora le vittime sono state Messico, Canada e Cina. Quanto ad alluminio e acciaio le tariffe sono state portate al 25% su tutte le importazioni. Il prezzo del gas schizza anche per i timori relativi agli approvvigionamenti.
Rischio prezzo del gas alto a lungo
Gli Stati Uniti sono diventati il nostro principale fornitore di gas naturale liquido. L’Europa potrebbe trattare l’esenzione dai dazi promettendo l’aumento di tali acquisti. Ma altra cosa sarebbe farlo senza l’assillo delle alte quotazioni, che obiettivamente affievoliscono il nostro potere negoziale nei confronti di Washington. Ora c’è il rischio di una “glaciazione” economica, tra caro bollette e calo dei tassi inferiori alle previsioni. Finito l’inverno, la domanda resterebbe elevata in primavera per la necessità di rimpinguare le scorte. Lo scorso anno, i 40 euro non si rividero fino ad agosto. Al contrario, nel 2025 il prezzo del gas può restare sopra tali livelli per gran parte dei prossimi mesi.