Parliamo di frodi comunitarie ed iniziamo con un dato che vede l’11 per cento delle frodi sui fondi messi a disposizione dell’UE compiute in Italia. Un dato significativo anche in virtù del fatto che circa il 29 per cento di tali frodi si configura come reato a carattere penale. Tuttavia occorre riconoscere che il sistema di controllo delle frodi nel territorio italiano è abbastanza rodato, e risulta particolarmente efficace, soprattutto se rapportato ai sistemi di controllo vigenti in altri paesi europei ( in particolar modo nei paesi dell’est Europa).
Truffe Unione Europea: i casi più frequenti
I dati sono emersi durante un recente incontro tenuto dall’Olaf ( l’ufficio europeo per la lotta antifrode della commissione europea) al quale erano presenti la Guardia di Finanza,la Corte dei Conti e diversi rappresentanti delle Regioni. Tra i casi più frequenti di truffa vi sono fornitori esteri fittizi, bonifici su conti correnti esteri intestati a prestanome, contratti chiavi in mano per camuffare le spese, impianti usati che vengono spacciati per nuovi.
Tra questi l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti è tra i metodi maggiormente utilizzati per ottenere finanziamenti europei in modo indebito. Le fatture possono riportare l’acquisto di macchinari o prestazioni di servizi, come tutoraggio, docenza, ecc ( le prestazioni o i beni hanno valori molto inferiori rispetto a quanto riportato in fattura, con la conseguenza che la differenza è intascata in maniera indebita). Altre truffe riguardano la creazione di società all’estero, soprattutto in paesi al di fuori della comunità europea, dove i controlli sono molto difficili da attuare.
Altre truffe frequenti sono quelle inerenti l’organizzazione di corsi di formazione fasulli, dove spesso anche chi partecipa è all’oscuro di tutto o la concessione di liberatorie da parte di fornitori in merito all’avvenuto pagamento in contanti di un bene o servizio. In quest’ambito la recente limitazione all’uso dei contanti potrebbe ridurre il numero delle truffe in quest’ambito.
La variegata tipologia delle truffe effettuate ai danni della comunità europea annota anche gli aumenti di capitale sociale fasulli. Ad esempio in passato la legge 488 del 1992 concedeva un contributo alle società che realizzavano aumenti di capitale sociale. In quest’ambito gli aumenti fittizi venivano realizzato attraverso fotocopie di assegni che non venivano mai riscossi corredati magari da liberatorie fornite da fornitori compiacenti.