Le pensioni estere degli italiani frontaieri che hanno lavorato in Svizzera, San Marino, Monaco, ecc. sono oggi tassate al 5%. La conferma è nella legge di bilancio 2023 dopo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva insistito per far inserire la riforma in bozza lo scorso mese di dicembre.
Un passo in avanti importante a favore di molti connazionali per fare chiarezza su una norma che per anni è stata disattesa. In passato ha causato numerosi ricorsi da parte dei pensionati che si sono visti applicare sulla pensione estera imposte più alte del dovuto.
Pensioni estere tassate al 5%
La misura sulle pensioni, come previsto dalla norma, è retroattiva fino al 2015. Quindi stenderà un velo pietoso su una pratica di tassazione delle rendite estere dei residenti in Italia spesso mal interpretata anche dall’Agenzia delle Entrate. Dice Giorgetti:
“E’ un segnale importante e concreto per i tanti frontalieri ai quali avevo promesso risposte su alcune questioni. Questa era ancora irrisolta provocando, negli anni, tantissimi ricorsi da parte di chi, percependo la pensione svizzera in Italia, si era visto arrivare una richiesta di tassazione diversa e più alta. Abbiamo fatto chiarezza”.
Nel caso della Svizzera, la tassazione delle rendite svizzere percepite in Italia dai residenti è da più di 30 anni soggetta ad aliquota fiscale del 5%. La Legge n. 413/91 aveva uniformato il trattamento fiscale delle rendite del primo e del secondo pilastro svizzero a questa aliquota per le prestazioni corrisposte in Italia, sotto forma di rendita o di capitale.
La norma sulla tassazione delle pensioni prevede appunto l’applicazione generalizzata di una ritenuta a titolo di imposta del 5% da parte degli intermediari finanziari che intervengono nel pagamento delle somme ed escludendo l’obbligo dichiarativo da parte del contribuente.
Una legge travagliata
In pratica, il problema è tutto riconducibile alla dichiarazione dei redditi di fonte estera dei pensionati italiani residenti in Italia.
Dal 1 gennaio 2023, quindi, grazie alla nuova normativa, si pone fine a trattamenti di disparità e disuguaglianza anche nei confronti dei frontalieri liguri e di San Marino. Pensionati che per molto tempo si sono visti applicare aliquote fiscali sbagliate dall’Agenzia delle Entrate, salvo poi, ogni volta, instaurare un contenzioso per recuperare il dovuto.
Al punto che molti italiani hanno dovuto farsi accreditare per anni la pensione su banche estere per evitare che quelle italiane, quali sostituti di imposta, applicassero aliquote fiscali in base agli scaglioni Irpef.