I giovani laureati italiani continuano a fuggire dall’Italia per mancanza di lavoro e opportunità. Se all’inizio trasferirsi all’estero rappresenta un grosso sacrificio, dovendo adattarsi ad una nuova cultura e stile di vita, dopo qualche tempo molti giovani non tornerebbero indietro e il motivo è spesso legato allo stipendio. In Italia è difficile ottenere stipendi alti e opportunità di carriera come accade in molti paesi esteri dove, già dopo qualche mese, non è raro riuscire a progredire e crescere nel proprio lavoro.
Quanto si guadagna di più
In base ad un recente rapporto di AlmaLaurea il 40% dei giovani che si sono trasferiti all’estero hanno preso questa decisione per mancanza di opportunità in Italia, il 25,4% per aver ricevuto un’offerta interessante dall’estero. Anche lo stipendio, ovviamente, ha il suo peso; mentre chi lavora fuori dai confini nazionali dopo circa 5 anni dall’inizio del lavoro percepisce mediamente 2.266 euro netti, in Italia la media è di circa 1.407 euro, dunque una differenza del +61%. Una cifra non da poco che spinge tanti laureati a trasferirsi in un altro paese europeo e in alcuni casi anche in un altro continente. Ma non è soltanto lo stipendio a pesare, anche la possibilità di bilanciare vita privata e lavoro ha il suo grande peso.
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Dove scappano i giovani laureati
Le destinazioni preferite rimangono Regno Unito, Svizzera, Germania, Francia e Spagna.Nonostante la situazione in Italia, per certi versi, sia migliorata, in particolare dal punto di vista del tasso di occupazione, i laureati continuano a preferire l’estero per avviare una carriera. Molti rimangono, altri tornano dopo qualche anno. In Italia, infatti, dopo un anno dalla laurea, lo stipendio medio percepito è di circa 1169 euro per i laureati di primo livello e 1.232 euro per i laureati di secondo livello.
La fuga maggiore avviene dal Sud: i giovani spesso scelgono di studiare nelle Università del Centro-Nord e in molti casi non tornano a casa decidendo di restare nella città in cui hanno studiato o, addirittura, di trasferirsi all’estero.
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