Fusione Fca-Psa: ecco i 14 marchi e perché Alfa Romeo e Lancia rischiano

Nel corso dell’ultimo anno, i marchi che hanno fatto segnare immatricolazioni in negativo sono stati Alfa Romeo, Chrysler, Maserati per Fca e Citroen per Psa.
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5 anni fa
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Lo storico accordo tra Fca e Psa coinvolge in totale 14 marchi, tra cui rientrano alcune case automobilistiche storiche dell’industria automobilistica italiana come Fiat e Alfa Romeo. Se per alcuni marchi la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e i francesi di Psa non si prevedono nubi all’orizzonte, deve essere invece fatto un discorso diverso per Alfa Romeo e Lancia. Stando a quanto riporta un approfondimento del Corriere della Sera a cura della redazione economica, i due marchi italiani inclusi in Fca sarebbero a rischio.

Tutti i 14 marchi di Fca-Psa

Da solo il gruppo Fiat Chrysler Automobiles raggruppa in totale 9 marchi: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Lancia, Jeep, Maserati e Ram. Dall’altra parte, Psa ha al suo interno i marchi Citroen, DS, Opel, Peugeot e Opel.

Immatricolazioni negative

Nel corso dell’ultimo anno, i marchi che hanno fatto segnare immatricolazioni in negativo sono stati Alfa Romeo, Chrysler, Maserati per Fca e Citroen per Psa. Tra loro, a rischiare più di tutti sono Alfa Romeo e Chrysler. I dati del Biscione nel 2019 sono stati impietosi e il futuro prossimo della storica casa automobilistica italiana è attualmente in bilico. A questo proposito, bisogna segnalare l’ultima modifica al piano industriale, con il taglio del restyling della Giulietta e l’addio ai nuovi modelli 8C e GTV.

Il futuro di Lancia

La Lancia vive una situazione diversa rispetto ad Alfa Romeo. Nel mercato italiano il brand si è confermato in positivo anche quest’anno, pur potendo però contare soltanto sulla Ypsilon all’interno della propria gamma. La ricostruzione del marchio passa per investimenti ingenti, ad oggi difficilmente pronosticabili per il marchio italiano dopo la fusione con i francesi di Psa e la nomina ad amministratore delegato di Carlos Tavares, nuovo Ceo del quarto costruttore di automobili più grande al mondo. Chiare le sue parole a tal proposito: “Questa è la fusione tra due compagnie sane: entrambe sono in utile e dobbiamo essere abili per fare leva sulle forze dei due gruppi, che sono complementari. Entrambi i gruppi sono forti, portiamo assieme diverse complementarità. La sfida sarà l’elettrificazione”.

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