I futures sugli Eurobond possono attendere, Eurex rinvia il lancio previsto per fine anno

L'exchange Eurex rinvia il lancio dei futures sugli Eurobond, assestando un duro colpo al mercato del debito comune.
1 mese fa
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Niente futures sugli Eurobond su Eurex
Niente futures sugli Eurobond su Eurex © Licenza Creative Commons

Le cattive notizie per i titoli del debito comune europeo continuano. La piattaforma exchange tedesca Eurex, una borsa attiva per la negoziazione di contratti derivati, ha deciso di rinviare il lancio dei primi futures sugli Eurobond. La società lo aveva previsto per la fine di quest’anno, ma ha annunciato prima di voler verificare prima che le emissioni proseguiranno anche successivamente al 2026, data di scadenza per il Next Generation EU. Solo nel caso affermativo offrirà un prodotto sulla scadenza decennale.

Cosa sono questi contratti derivati

Nei mesi scorsi, Intercontinental Exchange (ICE) e MSCI avevano negato l’inserimento degli Eurobond nei rispettivi indici. E anche in quel caso, la decisione era arrivata per i dubbi sulle emissioni future. Tuttavia, ICE ha annunciato che offrirà futures sugli Eurobond. Esso rifletterà i movimenti del tratto della curva 8-13 anni, anziché di specifici titoli comunitari.

I futures sono contratti derivati che permettono a due parti di fissare un prezzo di acquisto/vendita di un asset a (o entro) una data scadenza. Servono sia come strumento di protezione rispetto alla volatilità dei prezzi, sia anche per specularvi sopra. Di fatto, la parte che si obbliga all’acquisto, scommette che il prezzo fissato dal contratto risulti inferiore a quello di mercato. In quel modo, rivenderebbe il sottostante con un margine di guadagno immediato. Viceversa, la parte che si obbliga alla vendita spera che il prezzo di mercato risulti inferiore a quello fissato con la controparte. Potrà acquistarlo a un costo inferiore a quanto lo venderà per adempiere al contratto.

Liquidità ancora carente

I futures sugli Eurobond garantirebbero al mercato maggiore liquidità. A sua volta, essa si rivelerebbe importante per consolidare la fiducia degli investitori verso questi strumenti del debito. In effetti, se i provider internazionali si rifiutano di inserirli nei propri indici lo si deve proprio alla carente liquidità.

Il problema principale consiste nell’assenza di prospettive dopo il 2026. Una volta scaduto il Next Generation EU, programma da 750 miliardi finanziato dall’emissione di titoli del debito comune, non sono ufficialmente previste ulteriori emissioni. In considerazione di ciò, le exchange non offrono prodotti specifici e non considerano tali strumenti alla stregua dei titoli di stato.

Futures su Eurobond più lontani

Il rinvio del lancio per i primi futures sugli Eurobond è un duro colpo per la credibilità degli stessi. Non a caso, i rendimenti sono superiori a quelli tedeschi lungo la curva dei tassi. Ciò denota che il mercato li consideri più rischiosi dei Bund, ma più che altro si tratta di una minore liquidità con riflessi negativi sui prezzi. Gli stessi importi netti annualmente emessi sono relativamente esigui per fare di questi strumenti safe asset a tutti gli effetti.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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