Gentiloni e Trump al primo incontro, ecco su cosa convergeranno e su cosa no

Il premier Gentiloni in visita alla Casa Bianca da Trump per il primo faccia a faccia tra i due, uniti da tanti temi, ma divisi da uno su tutti. Vediamoli.
8 anni fa
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Russia e Siria uniscono Trump e Gentiloni

Sulla Siria, le posizioni di Trump e quelle del governo italiano appaiono quasi sovrapponibili: l’Italia vuole sopra ogni cosa che sia sconfitto l’ISIS, mentre non appare così contraria a prescindere alla permanenza di Assad al potere, non fosse altro per la necessità che a Damasco vi sia un governo solido. In teoria, nemmeno Trump ambisce a ogni costo a rimuovere Assad, contrariamente alla precedente amministrazione, che ha oscillato tra lotta al terrorismo islamico e posizioni contro il regime siriano.

Un altro punto di incontro potrebbe riguardare i rapporti con la Russia. L’Italia ha votato tutte le sanzioni UE contro Mosca, ma mai con convinzione. Il Cremlino ha relazioni positive con Roma da molti anni, coltivate, in particolare, quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi sin dal 2001. Vladimir Putin non è percepito come un nemico nemmeno dall’attuale premier, che vorrebbe che le sanzioni cessassero quanto prima. La posizione della Casa Bianca sul tema è delicata: in cuor suo, Trump le avrebbe eliminate il giorno stesso del suo insediamento alla presidenza e avrebbe persino fatto partecipare Putin al G7 di Taormina, ma ha contro praticamente il grosso del suo stesso partito. (Leggi anche: Sanzioni Russia estese dalle UE di 6 mesi)

I dazi di Trump fanno paura all’Italia

Tra Trump e Gentiloni, però, ci saranno anche divergenze. Una riguarda senza dubbio le politiche commerciali. Il premier ha già dichiarato nelle settimane scorse l’intenzione di far approvare al G7 una risoluzione in favore del libero commercio, quasi sfidando il presidente americano, che punta a una messa in discussione di tutti i grandi trattati commerciali. Le differenze sono tutt’altro che ideologiche, ma di interessi. L’Italia ha registrato nel 2016 un surplus commerciale con gli USA di 28 miliardi di dollari, la metà del totale.

Qualche settimana fa ha fatto scalpore la pubblicazione di una lista di un centinaio di prodotti UE, tra cui la Vespa Piaggio, su cui il governo americano potrebbe imporre pesanti dazi, quale ritorsione contro Bruxelles, rea di non consentire importazioni in Europa di carne made in USA. In verità, la lista non era una novità, bensì un aggiornamento di un elenco stilato sin dal 1999, ma ha ugualmente acceso i riflettori sui rischi corsi dalla nostra economia, che esporta beni e servizi per quasi il 30% del proprio pil e con risultati molto positivi proprio in America. (Leggi anche: Economia USA grande di nuovo? Non con i dazi)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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