Tagliare le tasse, ma alzando l’IVA e facendo nuovi debiti: il piano Gentiloni

Il taglio delle tasse voluto dal governo Gentiloni avverrebbe alzando l'IVA e usufruendo di nuova flessibilità fiscale. Dopo la politica dei bonus, quella dello spostamento di tasse.
8 anni fa
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Il rischio di una manovra recessiva

Nelle speranze dei commissari, ciò dovrebbe rassicurare in parte i mercati sul percorso di riduzione del nostro disavanzo fiscale, al contempo spostando il peso della tassazione dal lavoro ai consumi, a beneficio della crescita. Il piano è concreto, ma inutile ribadire che l’esercizio teorico si scontra con una realtà ben diversa da quella simulata dai funzionari di Bruxelles. La tassazione sui consumi è già elevatissima nel nostro paese, più che nella gran parte delle altre economie OCSE e i precedenti degli ultimi anni hanno dimostrato ampiamente che fare leva sull’IVA danneggia i consumi e il pil, senza nemmeno migliorare i conti pubblici.

Che serva un taglio deciso al cuneo fiscale è lapalissiano; che sia auspicabile farlo con altre tasse, molto, molto inopportuno. Con una domanda interna definita “debole” da Confindustria e di scarso sostegno alla crescita economica in questa fase, il rischio di questa manovra è di far scivolare l’Italia verso una nuova spirale recessiva e la rassegnazione che tagliare le tasse sia possibile solo alzandone di altre e non tagliando la bambagia da circa 760 miliardi di euro di spesa pubblica, al netto degli interessi sul debito. (Leggi anche: Ripresa economica lenta per domanda interna debole)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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