Le regole à la carte della Germania tra conti pubblici truccati e surplus commerciali eccessivi

La Germania può permettersi di sforare i conti pubblici in violazione di quel Patto di stabilità tanto custodito dai tedeschi per decenni.
2 giorni fa
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Conti pubblici in Germania
Conti pubblici in Germania © Licenza Creative Commons

La Germania userà una “potenza di fuoco” di 1.000 miliardi di euro in 10 anni, grazie ai conti pubblici sinora tenuti ordinati. Metà dell’importo in deficit andrà a finanziare il riarmo, l’altra metà gli investimenti in infrastrutture per rianimare l’economia tedesca. Merito di un rapporto tra debito e Pil sotto il 65% contro il 135% dell’Italia, il 112% della Francia e il 102% della Spagna per fare qualche confronto. Anche tra le economie del G7 Berlino vanta l’indebitamento più basso.

Verso conti pubblici in Germania più rilassati

Sui conti pubblici la Germania è sempre stata rigorosa. Per diversi decenni ha perseguito politiche di austerità fiscale con l’obiettivo di poter disporre di margini di intervento contro eventuali crisi.

E adesso ne raccoglie i frutti. La storia della cicala e la formica applicata agli stati. Ma le cose non stanno esattamente come le raccontiamo spesso. I tedeschi sono maestri nel barare. E lo hanno fatto sotto gli occhi del mondo anche di recente.

Bilancio federale truccato

Nell’autunno del 2023 fu la stessa Bundesrechnungshof, la Corte dei Conti tedesca, ad avere sancito che i conti pubblici in Germania fossero stati truccati. E non di poco: 869 miliardi di euro. Il governo federale di Olaf Scholz aveva scorporato diverse voci di spese pluriennali, appioppandole a 29 Sondervermoegen o “veicoli speciali”. In pratica, gli investimenti green e militari (e non solo) uscivano dalla contabilità statale per entrare in quelle di fondi statali sottratti alla prima. Si disse allora che la Germania avesse perso la sua verginità in fatto di trasparenza.

Surplus commerciale sopra i limiti

In realtà, la violazione delle regole è una costante da molti anni.

Le imprese tedesche sono principali esportatrici nel mondo. Grazie a loro il surplus commerciale in Germania è stato altissimo e con punte dell’8% nel 2015 rispetto al Pil. Peccato che la Macroeconomic Imbalance Procedure del 2011 avesse posto un limite massimo del 6% e minimo del -4% per un triennio consecutivo. Per quale ragione? Un Paese dell’Eurozona non dovrebbe né esportare, né importare troppo. In entrambi i casi, ciò sarebbe indice di squilibrio macroeconomico. Se esporta troppo, significa che ha una bassa domanda interna, per cui consuma poco. Se importa troppo, al contrario starebbe sovraconsumando, magari a seguito di un eccesso di spesa pubblica.

Patto di stabilità violato

Piaccia o meno, la Germania acconsentì a tale regola, anzi la volle per contenere i deficit di bilancio delle economie nel Sud Europa. Salvo non applicarla a sé stessa, sotto gli occhi complici della Commissione europea. Cosa avrebbe dovuto fare Berlino? In base allo spirito dell’accordo, avrebbe dovuto aumentare la spesa pubblica per sostenere consumi e investimenti interni, potenziando le importazioni e riducendo così il surplus commerciale.

E adesso sui conti pubblici la Germania può permettersi ciò che gli altri non possono. Peccato anche in questo caso che lo farà in violazione delle stesse regole che ha sempre difeso contro tutto e tutti. Sebbene non ci sia un solo esponente politico nazionale o a Bruxelles a chiederle ragione dell’infrazione, non vi è dubbio che si tratterà di una trasgressione del Patto di stabilità. La regola aurea sostiene che uno stato comunitario non possa fare deficit per oltre il 3% del Pil e non possa indebitarsi per oltre il 60% del Pil. La Germania ha un debito appena superiore al secondo limite e che tenderà almeno all’80% entro un decennio, mentre finora in Costituzione fissava allo 0,35% il tetto massimo per il primo.

Conti pubblici in Germania, regole non uguali per tutti

Sembra paradossale accusare la Germania di violare le regole sui conti pubblici, ma tant’è. Il futuro cancelliere Friedrich Merz ha non solo riformato la Costituzione con una forzatura procedurale, ma anche gridato al mondo che del Patto se ne infischi. Poiché le regole sono regole e valgono per tutti, bravi e cattivi, questa trasgressione è la spia di quanto i tedeschi siano insofferenti alle limitazioni imposte agli altri. Per caso uno studente con 10 in condotta può permettersi di insultare l’insegnante? Il solo fatto che sia stato sempre esemplare in classe lo rende esente dal rispetto dalla stessa disciplina a cui sono soggetti anche i suoi compagni?

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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