Il Ghana è uscito formalmente dal default dopo neppure due anni. Il paese dell’Africa occidentale è riuscito a fare meglio di altre economie del continente, che da molto più tempo cercano faticosamente di arrivare ad un accordo con i creditori. Tanto per fare un esempio, lo Zambia lo cerca da quattro anni. Si tratta di un successo per il Common Framework del G20, il programma di assistenza lanciato dal consesso internazionale in piena pandemia per affiancare il Club di Parigi nella ricerca di soluzioni con i debitori insolventi.
Due opzioni agli investitori
Il default del Ghana è cessato con l’approvazione del piano di ristrutturazione da parte di oltre il 90% dei creditori in possesso di Eurobond. Al momento del crac, il debito estero ammontava a circa 30 miliardi di dollari. La rinegoziazione ha riguardato il 40% di esso, qualcosa come 13 miliardi. Agli investitori sono state concesse due opzioni: niente “haircut”, in cambio di un taglio forte della cedola; accettazione di un “haircut” vigoroso, in cambio della fissazione di cedole al 5-6%.
Già un anno fa, il governo aveva raggiunto un’intesa con i possessori dei bond in valuta locale. I risparmi stimati soltanto per questi titoli ammontano a 61 miliardi di cedi (3,82 miliardi di dollari al cambio attuale). Il Fondo Monetario Internazionale calcola che l’anno prossimo il debito pubblico scenderà sotto l’80% del Pil dal 92,4% del 2022. L’ente ha stanziato un prestito da 3 miliardi di dollari per sostenere l’economia travolta dalle conseguenze di pandemia e guerra tra Russia e Ucraina. Il cedi ha perso quasi i due terzi del suo valore contro il dollaro in appena tre anni.
Fine default Ghana, ritorno sui mercati
Il collasso del cambio ha aumentato l’inflazione fino a più del 54% a fine 2022. Pur in calo, a settembre era ancora al 21,5%. L’emissione dei nuovi bond è avvenuta ieri per 9,4 miliardi di dollari, circa 5 in meno rispetto al valore nominale dei titoli ristrutturati.