Questa settimana, il Tesoro di Sua Maestà nel Regno Unito ha raccolto 5,5 miliardi di sterline (6,4 miliardi di euro) attraverso il collocamento sindacato del Gilt 2073 (ISIN: GB00BLBDX619). Il bond a 50 anni ha raccolto ordini per 43,5 miliardi, di cui per il 91% da parte di investitori domestici. Questi sono stati perlopiù fondi pensione e assicurazioni, a conferma di quanto il mercato in questa fase sia alla ricerca di asset remunerativi e voglia approfittare del drastico rialzo dei rendimenti. Tuttavia, in cassa Londra metterà appena 3,2 miliardi, perché il Gilt 2073 è stato venduto a una quotazione in area 58 centesimi, poco più della metà del suo valore nominale.
Gilt 2073, prezzo giù in pochi mesi
Perché così poco? La risposta ce la dà la bassa cedola offerta: 1,125%. E questo deriva dal fatto che il Gilt 2073 abbia debuttato sul mercato sovrano britannico nel mese di febbraio. Solo quattro mesi e mezzo fa, ma in condizioni monetarie globali del tutto differenti. Tant’è che allora il bond spuntò un rendimento dell’1,3%, mentre il collocamento sindacato di questo martedì ha esitato un rendimento lordo del 2,6358%. Più del doppio.
Considerate, però, che se voleste acquistare il BTp 2072, portereste oggi come oggi a casa un rendimento lordo alla scadenza superiore al 4%. E c’è da registrare il rischio di cambio a cui vi esporreste comprando il Gilt 2073, che nella seduta di ieri scambiava a poco più di 59 centesimi alla Borsa di Francoforte. La sterlina quest’anno ha perso il 2% contro l’euro, nonostante la Banca d’Inghilterra abbia alzato i tassi all’1,25% e la BCE li tenga ancora a -0,50%.
Attenzione al rischio cambio
L’inflazione nel Regno Unito è salita al 9,1% a maggio, 1 punto percentuale esatto in più dell’Eurozona e ai massimi da 40 anni. Nuovi rialzi dei tassi sono in vista e possibilmente anche da mezzo punto percentuale alla volta. Per questo il Gilt 2073, a causa della sua elevata “duration”, rischia di deprezzarsi ulteriormente prima di risalire sul mercato secondario.
Va da sé che un deprezzamento della moneta unica verso la valuta britannica compenserebbe almeno parte delle eventuali perdite in conto capitale accusate con il Gilt 2073 in portafoglio. Oppure accrescerebbe i guadagni nel caso in cui la quotazione del bond tornasse a salire. Ma se accadesse il contrario, vale a dire che a deprezzarsi fosse la sterlina, le perdite sarebbero amplificate e i guadagni sminuiti rispettivamente nei due scenari possibili.