Giovani e lavoro: panettiere cerca apprendista ma non lo trova, un’altra storia ordinaria

Un panettiere cerca apprendista con stipendio da 1400 euro ma non trova nessuno, la colpa è davvero dei giovani o della scuola?
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6 anni fa
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Fuga cervelli

Cerco un panettiere ma non lo trovo. E’ questa l’ultima storia che sta facendo discutere sul web. L’ennesima si potrebbe dire. Solo pochi giorni fa avevamo raccontato la storia dell’imprenditore campano alla ricerca di 40 informatici, in quel caso si puntava il dito verso la mancata formazione. Ora tocca ad un panettiere veneto, storia raccontata da Il Gazzettino, che è alla ricerca di un apprendista a cui offre uno stipendio da 1400 euro ma non lo trova.

Panettiere introvabile

Ormai sembrano susseguirsi senza sosta storie in cui imprenditori vari hanno difficoltà a trovare giovani lavoratori.

E ogni volta si cerca di indagare sui motivi. Il fatto riportato da Il Gazzettino arriva da Reschigliano di Campodarsego, in provincia di Padova, dove un uomo che gestisce un forno è a caccia di un giovane da assumere come apprendista con una paga da 1400 euro. Il problema è che nessuno regge il periodo di prova o si è presentato. Dai fatti narrati emerge che di cv ne sono arrivati tanti ma poi dopo il periodo di prova sembra che nessuno voglia andare avanti. Il problema sembrerebbe il lavoro notturno.

L’imprenditore racconta che Condizione necessaria per svolgere la professione è il lavoro notturno, che viene retribuito con una maggiorazione del 50%. Si inizia alle 2 di notte e si stacca alle 9 di mattina ma rispetto a un tempo l’attività è meno faticosa. Le impastatrici automatiche, la lievitazione programmabile e i forni a gas computerizzati hanno alleggerito molto il peso della produzione”.

La colpa è davvero della scuola o dei giovani?

Anche in questo caso si da la colpa alla scuola e anche ai giovani poco volenterosi: la soluzione potrebbe essere collaborare di più con le scuole alberghiere per attivare corsi di panificazione. Il problema resta.

Di seguito la riflessione di un lettore sul tema.

“Nella città dove ho trascorso gran parte della mia vita più di una volta ho fatto un giro a lasciar curriculum anche per i forni di questa Città.

Tra i tanti che mi hanno risposto: “Non ho bisogno di un dipendente adulto. Ci vuole uno giovane che venga assunto con un contratto di apprendistato”. Dopo meno di un mese, vedo personale dell’est Europa… la domanda mi è venuta spontanea : sarà che a questi signori li “accorderà” con uno stipendio inferiore?

Proprio oggi sono passato presso un altro forno dove avevo lasciato il mio cv. I titolari, entrambi laureati in Economia, mi hanno ascoltato entrambi; lui mi dice che in laboratorio, non c’è bisogno di personale. Potrei ritornare utile per gestire il magazzino. Oggi scopro che in laboratorio viene un ragazzo da una provincia limitrofa. Tutti i giorni per imparare a fare il pane. Il precedente invece, oltre a ” rinnovare” il personale in laboratorio, assume nuove persone anche al banco. Ultimo e non ultimo, il pizzaiolo di un locale molto conosciuto a Foggia, che alla prima richiesta di prendermi per insegnarmi il mestiere, si risente (a Foggia diremmo, storch u muss), come se gli stessi togliendo qualcosa, poi alle successive richieste, nonostante cerchi di scoraggiarsi dicendo che il lavoro è faticoso, mi fa ” liquidare” dal socio, dicendomi che quando l’organizzazione di categoria promuoverà un corso di formazione finanziato dalla Regione, allora ne riparleremo. Comunque dopo aver sentito la notizia di oggi, sono contento di sapere che un giovane lavora, ma mi è venuto il vomito quando ho pensato al suo datore di lavoro. Pensavo fosse una persona corretta e invece si è trattato dell’ennesima presa per i fondelli. “

Leggi anche: Lavoro c’è o non c’è, disoccupazione e stipendi: l’eterno dilemma raccontato dai lettori

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