Cerco un panettiere ma non lo trovo. E’ questa l’ultima storia che sta facendo discutere sul web. L’ennesima si potrebbe dire. Solo pochi giorni fa avevamo raccontato la storia dell’imprenditore campano alla ricerca di 40 informatici, in quel caso si puntava il dito verso la mancata formazione. Ora tocca ad un panettiere veneto, storia raccontata da Il Gazzettino, che è alla ricerca di un apprendista a cui offre uno stipendio da 1400 euro ma non lo trova.
Panettiere introvabile
Ormai sembrano susseguirsi senza sosta storie in cui imprenditori vari hanno difficoltà a trovare giovani lavoratori.
L’imprenditore racconta che “Condizione necessaria per svolgere la professione è il lavoro notturno, che viene retribuito con una maggiorazione del 50%. Si inizia alle 2 di notte e si stacca alle 9 di mattina ma rispetto a un tempo l’attività è meno faticosa. Le impastatrici automatiche, la lievitazione programmabile e i forni a gas computerizzati hanno alleggerito molto il peso della produzione”.
La colpa è davvero della scuola o dei giovani?
Anche in questo caso si da la colpa alla scuola e anche ai giovani poco volenterosi: la soluzione potrebbe essere collaborare di più con le scuole alberghiere per attivare corsi di panificazione. Il problema resta.
Di seguito la riflessione di un lettore sul tema.
“Nella città dove ho trascorso gran parte della mia vita più di una volta ho fatto un giro a lasciar curriculum anche per i forni di questa Città.
Proprio oggi sono passato presso un altro forno dove avevo lasciato il mio cv. I titolari, entrambi laureati in Economia, mi hanno ascoltato entrambi; lui mi dice che in laboratorio, non c’è bisogno di personale. Potrei ritornare utile per gestire il magazzino. Oggi scopro che in laboratorio viene un ragazzo da una provincia limitrofa. Tutti i giorni per imparare a fare il pane. Il precedente invece, oltre a ” rinnovare” il personale in laboratorio, assume nuove persone anche al banco. Ultimo e non ultimo, il pizzaiolo di un locale molto conosciuto a Foggia, che alla prima richiesta di prendermi per insegnarmi il mestiere, si risente (a Foggia diremmo, storch u muss), come se gli stessi togliendo qualcosa, poi alle successive richieste, nonostante cerchi di scoraggiarsi dicendo che il lavoro è faticoso, mi fa ” liquidare” dal socio, dicendomi che quando l’organizzazione di categoria promuoverà un corso di formazione finanziato dalla Regione, allora ne riparleremo. Comunque dopo aver sentito la notizia di oggi, sono contento di sapere che un giovane lavora, ma mi è venuto il vomito quando ho pensato al suo datore di lavoro. Pensavo fosse una persona corretta e invece si è trattato dell’ennesima presa per i fondelli. “
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