Goldman Sachs: bond a 10 anni in dollari con cedola iniziale 6%

L’obbligazione Goldman Sachs 2027 (XS1457442025) offre cedole a tasso fisso del 6% e poi a tasso variabile. Quotazione sul MOT e taglio minimo 2.000 Usd
8 anni fa
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Goldman Sachs emette nuove obbligazioni in dollari e sbarca  sul mercato telematico (MOT) di Borsa Italiana. Si tratta di titoli obbligazionari bancari senior unsecured a tasso misto in dollari statunitensi che offrono agli investitori flussi cedolari annuali fissi per i primi due anni e flussi cedolari annuali variabili dal sesto anno fino a scadenza, nonché il rimborso integrale del valore nominale a scadenza.

Sono in negoziazione da oggi sul circuito telematico obbligazionario italiano nuovi bond emessi da Goldman Sachs International con scadenza 2026 (codice ISIN XS1457442025) per 100 milioni di dollari nominali.

I titoli sono stati collocati lo scorso 20 gennaio 2017 alla pari e fruttano interessi a tasso fisso pari al 6% all’anno fino al 2019. Dal terso anno in poi gli interessi verranno pagati in maniera variabile in base all’andamento del tasso Libor trimestrale. In questa seconda fase, gli interessi non potranno comunque scendere al di sotto del 1,75% (floor) o salire sopra il 4% (cap). Il rimborso è previsto in unica soluzione il 27 genanio 2027, salvo possibilità di richiamo anticipato previsto dal regolamento. Più in dettaglio, si tratta di una obbligazione bancaria senior unsecured che prevede il pagamento di una cedola annuale in via posticipata. Il bond è negoziabile sul segmento MOT di Borsa Italiana per importi minimi di 2.000 Usd e gode di rating A1 per Moddy’s e A+ per l’agenzia Standard & Poor’s e A per Fitch.

Goldman Sachs, utili in rialzo nel quarto trimestre 2016

Goldman Sachs Group torna alla tradizione di risultati ampiamente al di sopra delle attese nel quarto trimestre 2016 grazie soprattutto alle performance nelle attività di negoziazione.  Goldman Sachs, al pari di altre grandi banche alla prova dei conti trimestrali negli ultimi giorni del calibro di Morgan Stanley, Bank of America e Jp Morgan Chase, ha infatti beneficiato della ripresa delle attivitá di negoziazione determinata in particolare dall’incertezza successiva alla sorprendente elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Nel dettaglio il quarto trimestre ha visto la banca d’affari di New York registrare un utile netto di 2,35 miliardi di dollari per un Eps di 5,08 dollari, ben oltre i 4,82 dollari attesi dal consenso degli analisti. L’anno scorso il conto economico era stato penalizzato pesantemente dall’accordo di patteggiamento da 5 miliardi di dollari raggiunto con il Dipartimento di Giustizia per la commercializzazione dei mutui subprime prima della crisi del 2008. Senza l’onere del patteggiamento l’utile per azione si e’ attestato un anno fa a 4,68 dollari.

Goldman Sachs: batte le attese degli analisti

Inoltre i ricavi sono cresciuti da 7,27 miliardi a 8,17 miliardi risultando cosi’ superiori ai 7,72 miliardi previsti dal consenso degli analisti. A trainare la crescita e’ stata la divisione responsabile dei servizi ai clienti istituzionali, capace di mettere a segno un aumento dei ricavi del 25% a 3,6 miliardi grazie alla forza del segmento Ficc (reddito fisso, valute e materie prime). Male invece l’investment banking con ricavi in contrazione del 3,9% a 1,49 miliardi per effetto del calo delle attività di consulenza.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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