Compensi Google Adsense: Chi utilizza il proprio sito web per ospitare spazi pubblicitari attraverso piattaforme che gestiscono spazi pubblicitari, come Google Adsense sono tenuti a dichiarare al Fisco italiano i proventi generati da tale attività. Devono indicare correttamente all’interno della propria dichiarazione dei redditi (730 o Unico) i guadagni percepiti da Google Adsense o altri sistemi.
Come funziona Google Adsense?
Google Adsense è uno strumento pubblicitario, offerto da Google, che permette ai titolari di un sito web di concedere l’inserimento di banner pubblicitari sul proprio sito, ricevendo un compenso in denaro (in base al numero di esposizioni o di click sull’annuncio) corrisposto con cadenza mensile.
Google Adsense: apertura della partita Iva
Per ospitare attività pubblicitarie sul proprio sito internet, o per vendere direttamente spazi pubblicitari all’interno di un sito web, la normativa fiscale prevede necessariamente l’apertura di una partita Iva, per l’esercizio di una attività commerciale. Questo, in quanto, tale tipologia di attività ha carattere continuativo, i banner pubblicitari sono presenti sul sito in maniera continuativa, e per questo non è possibile ricorrere alla prestazione occasionale, che per legge è limitata ad attività svolte per massimo 30 giorni l’anno, per massimo euro 5.000 lorde annue.
Se si esercita un’attività professionale di lavoro autonomo (avvocato, commercialista, geometra, architetto, informatico, consulente, etc.) con autonoma partita Iva, l’attività di gestione pubblicitaria tramite Google Adsense rappresenta un’attività accessoria, che dovrà essere comunicata all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’indicazione di un secondo codice attività legato alla promozione di spazi pubblicitari in internet. I codici attività da utilizzare possono essere alternativamente:
- Codice attività Ateco 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
- Codice attività Ateco 73.12.00 – Attività delle concessionarie pubblicitarie.
Per questa attività accessoria è importante precisare che è escluso l’obbligo di pagamento dei contributi previdenziali se il professionista è già iscritto ad altra forma previdenziale.
Per chi non ha una partita Iva, è necessario avviare una vera e propria attività commerciale, per cui, oltre alla partita Iva è obbligatoria anche l’iscrizione al Registro delle Imprese, gestito dalla Camera di Commercio.
[tweet_box design=”box_09″ float=”none”]Google Adsnse, come mettersi in regola con il Fisco[/tweet_box]