Google condannata per monopolio delle ricerche, e ora cosa succede?

Gli USA condannano Google per monopolio delle ricerche online, cosa cambia in sostanza per gli utenti del web?
3 mesi fa
2 minuti di lettura

Colpo di scena, ma nemmeno più di tanto, in fondo. Arriva la condanna per monopolio da parte degli USA a Google. L’istruttoria antitrust del giudice federale Amit Mehta ha espresso la sua decisione, ma ora si attende la seconda sentenza dove saranno presentati gli eventuali rimedi per permettere a Big G di rientrare nella norma. Intanto, gli internanti si chiedono se cambierà qualcosa per le loro ricerche sul web.

La condanna per Big G

Gli USA hanno deciso che Google ha effettivamente violato la legge antitrust per le ricerche sul proprio motore, ma come dicevamo nel nostro incipit si tratta di una sentenza tutt’altro che a sorpresa.

Già nel recente passato si era scoperto come Big G intrattenesse rapporti non proprio leali con Apple al fine di sfavorire la concorrenza sui melafonini della mela morsicata. Di recente poi abbiamo scoperto che invece c’è un altro potenziale competitor che potrebbe insidiarle il primato, ossia SearchGPT di OpenAI. Insomma, il futuro di Google potrebbe essere diverso da quello che è oggi.

Il giudice distrettuale americano Amit Mehta ha così motivato la violazione della sezione Sezione 2 dello Sherman Act da parte di Google: “Dopo aver attentamente considerato e soppesato le testimonianze e le prove, la Corte giunge alla seguente conclusione: Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il proprio monopolio”. Gli intrallazzi di Big G l’avrebbero portata a spendere decine di miliardi di dollari per mantenere la sua posizione di potere come motore di ricerca più importante del web.

Google condannata, cosa cambia per gli internauti?

Secondo il giudice, i contratti stipulati illegalmente da Google hanno affossato la concorrenza di importanti rivali come DuckDuckGo e Bing di Microsoft. Le grande per Big G non finiscono qui, Google sta inoltre affrontando un’altra causa antitrust federale relativa alla tecnologia pubblicitaria che dovrebbe andare in giudizio il mese prossimo.

Intanto, la sentenza del 5 agosto ovviamente non è stata accolta con indifferenza dai vertici dell’azienda i quali hanno già annunciato di ricorrere in appello. “Questa decisione riconosce che Google offre il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo essere autorizzati a renderlo facilmente disponibile”.

Ma cosa cambia per gli internauti? Le previsioni più condivise affermano che probabilmente ci sarà un calo dei prezzi per le inserzioni pubblicitarie. Si attendono anche meno contratti stipulati tra Google e gli altri big del settore tech. Questo potrebbe quindi favorire nuovamente gli altri motori di ricerca che dovrebbero lentamente guadagnare nuovo terreno. Infine, cosa non meno importante e che si ricollega al punto precedente, le queery non verranno più gestite in automatico e associate alle ricerche di Google, ma probabilmente all’accensione dello smartphone verrà chiesto agli utenti che tipo di motore di ricerca scegliere come predefinito.

I punti chiave…

  • Google condannata per monopolio sulle ricerche;
  • si attende la seconda sentenza per capire quali mossa dovrà adottare per rientrare nelle norme vigenti;
  • la condanna dovrebbe favorire l’avanzamento di altri motori di ricerca rivali.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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