Clausole per mettere a tacere i dipendenti
Nulla di eclatante, senonché all’espressione “informazioni riservate” si tende nella Silicon Valley ad assegnare un significato assai ampio. E’ molto in uso qui far firmare ai dipendenti all’atto della loro assunzione cosiddette clausole “di non denigrazione”, con le quali si vieta sostanzialmente loro di riferire pressappoco su qualsiasi aspetto della propria vita lavorativa, compresi i livelli retributivi, etc.
Google non è l’unica realtà ad essere finita nel mirino di Washington per presunti abusi ai danni delle dipendenti donne.
Dall’agenzia governativa si fa notare come sarebbe attitudine di Google creare confusione sulle indagini a suo carico per presunte disparità di trattamento tra dipendenti maschi e donne, puntando a cambiare le carte in tavola. Dalla stessa è emerso, attingendo ad analisi preliminari, che le retribuzioni mostrerebbero una deviazione standard compresa tra 6 e 7 con riguardo alle differenze tra uomini e donne, mentre per Oracle saremmo nel range di 7-10.
Donne oggetto di molestie
Secondo un sondaggio realizzato su 200 donne alle dipendenze della Silicon Valley da almeno 10 anni e chiamato “Elefante nella Valle”, il 60% avrebbe risposto di avere subito avances sessuali indesiderate per almeno una volta e il 91% di queste risiedeva nell’area San Francisco Bay/Silicon Valley.
Secondo le rivelazioni delle dirette interessate – le poche che hanno trovato il coraggio di parlare all’esterno, anche mettendo sul piatto la possibile fine della propria carriera nell’azienda in cui lavoravano – sarebbe l’ambiente stesso a prestarsi alle molestie contro le donne. Pare, infatti, che molte decisioni di investimento siano prese in accordo con gli investitori stessi, magari a seguito di una riunione a tarda notte in un pub, tra alcool e pasti.