I giudici tedeschi salvano la Grande Coalizione di Merz, ma a destra si moltiplicano i problemi

I giudici costituzionale in Germania "salvano" la Grande Coalizione di Friedrich Merz prima ancora che nasca con una sentenza ad hoc.
4 giorni fa
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Giudici tedeschi salvano la Grande Coalizione
Giudici tedeschi salvano la Grande Coalizione © Licenza Creative Commons

La Grande Coalizione, che poi grande nei numeri non lo è affatto, ha dovuto ricevere un aiutino inatteso da parte dei giudici della Corte Costituzionale tedesca. Ieri, hanno emesso una sentenza a proposito della cosiddetta “Soli” (Solidaritätszuschlag) , la tassa di solidarietà voluta nel lontano 1991 dall’allora cancelliere cristiano-democratico Helmut Kohl per finanziare la ricostruzione nella Germania Est dopo la caduta del Muro e la riunificazione. Il balzello, corrispondente alla nostra Cassa del Mezzogiorno, sarebbe dovuto cessare nel 1999. Ma sta ancora in piedi, anche se dal 2020 non finanzia più esclusivamente i Laender orientali, bensì tutti i Laender bisognosi di assistenza.

Regalo dei giudici a Merz

Sei deputati liberali nel 2020 fecero ricorso alla Corte Costituzionale contro la “Soli”.

La Corte si è presa ben cinque anni di tempo e, guarda caso, ha emesso la sentenza proprio nel mezzo delle trattative per la nascita della nuova Grande Coalizione tra conservatori e socialdemocratici. Ha respinto il ricorso, giudicando corretta l’imposta addizionale. L’esecutivo uscente del cancelliere Olaf Scholz l’ha ridotta per il 90% dei contribuenti, mantenendola per il restante 10% più ricco. Si applica a tutti i redditi familiari, d’impresa e da capitale con un’aliquota del 5,5%.

Un single tedesco è costretto a pagarla sui redditi sopra 90.000 euro. Imprese, artigiani e commercianti ne reclamano la soppressione, anche perché il balzello non avrebbe più ragione di esistere dopo 35 anni e rotti dalla caduta del Muro. Friedrich Merz, leader della CDU/CSU e vincitore delle elezioni a febbraio, aveva promesso loro di cancellarla. Il tema è entrato nel negoziato con la sinistra per formare il prossimo governo, ma l’SPD si mostra contraria e ha accolto positivamente la sentenza dei giudici.

Questi sembrano avere fatto un favore ai due partiti, togliendo dal tavolo un punto di possibile frizione e che avrebbe potuto pesare sui conti pubblici federali.

Conservatori già delusi da Merz

Infatti, l’imposta fa introitare ogni anno allo stato 13 miliardi di euro. C’era anche il rischio che la Corte imponesse al governo di restituire gli incassi relativi al quinquennio passato, pari a 68 miliardi. La sentenza, dunque, aiuta Merz nel formare il governo. Tuttavia, gli inasprisce un problema che già a destra è sorto nelle settimane scorse. I conservatori sono delusi. Non soltanto gli elettori, ma persino pezzi del partito e deputati. Con la riforma costituzionale del freno al debito, sentono di avere concesso troppo e subito agli avversari. Saranno ritenuti responsabili di avere gravato sui conti dello stato per 1.000 miliardi di euro in 10 anni.

In cambio non hanno ad oggi ottenuto nulla. I socialdemocratici si fanno forti del loro essere l’unico partito, numeri alla mano, che consentirebbero a Merz di diventare cancelliere. Questi ha escluso un’alleanza alla sua destra con l’AfD. E per questo si possono permettere di respingere al mittente la stretta sui migranti e i tagli all’assistenza sociale. Di fatto, il prossimo governo rischia di essere guidato da un conservatore per ritrovarsi ostaggio della sinistra e impossibilitato a mantenere le promesse elettorali.

Sondaggi puniscono nuova maggioranza

I sondaggi segnalano il malcontento. I due partiti della Grande Coalizione ripiegano nei consensi dopo le elezioni e se avvantaggiano AfD da una parte e Linke dall’altra. La nuova maggioranza debutterebbe con appena il 42% dei consensi. Al Bundestag avrà di poco la maggioranza assoluta dei seggi. Insomma, lo spettro di altri quattro anni di calvario politico esiste. I giudici costituzionali stanno consentendo alle due parti di guadagnare tempo senza doversi concentrare sulle mancate entrate della “Soli”. Già la riforma della Costituzione è stata approvata nei giorni scorsi dal vecchio Bundestag, convocato in emergenza a decidere sull’allentamento delle regole fiscali.

Grande Coalizione nasce in affanno

E’ parso ovvio a tutti che tale emergenza non vi fosse. Il nuovo Bundestag, eletto a febbraio, non avrebbe potuto approvare la riforma con i due terzi dei voti necessari, a causa dell’avanzata dei partiti giudicati anti-sistema. La Grande Coalizione ha dovuto forzare le regole del gioco per darsi la possibilità di trattare sull’uso di 1.000 miliardi di deficit. Nessuno ha evidentemente trovato da ridire sul piano del rispetto della Carta. A Berlino tutti sanno che dopo le elezioni la stabilità del prossimo governo si tiene con lo sputo. E il fallimento aprirebbe le porte alla cancelleria alla temutissima AfD, formazione euroscettica accusata dagli avversari di simpatie naziste.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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