Questa è la storia di un regalo … mancato! Si chiamano Pierluigi e Massimo i due protagonisti di una vicenda poco edificante da troppi punti di vista. I due pensavano di essere “amici”, parola troppo grossa forse per persone che in fondo si conoscevano da un paio di anni soltanto e, apparentemente, si frequentavano in maniera saltuaria. Camionisti, 54 e 42 anni rispettivamente, ogni sabato alle ore 16 s’incontravano all’uscita della Romanina prima di tornare nelle rispettive case. Per fare cosa? Giocarsi 50 euro a testa con il gratta e vinci.
Gratta e vinci, una svolta a metà
Succede che Pierluigi non si presenta al solito appuntamento. Ha un brutto incidente con la moto, si fa abbastanza male. Massimo non resiste alla consuetudine di acquistare i gratta e vinci. E il caso vuole che quel giorno becca un biglietto vincente. Vincita: 5 milioni di euro! La felicità lo assale e invia una foto all’amico incidentato con la scritta “abbiamo svoltato”. Nel frattempo, pare che alla Romanina si sia sparsa la voce (ma la gente come accidenti fa a sapere tutto di tutti in tempo reale?). La compagna di Massimo si spaventa che rubino loro il biglietto. La coppia chiede asilo politico a casa di Pierluigi, in Abruzzo. Riceveranno ospitalità per diversi mesi (ma l’ospite non puzza dopo tre giorni come il pesce?).
Niente spartizione della vincita
Fin qui, la parte “bella”. Ora arriva quella più propriamente “italica”. Pierluigi incassa la vincita del gratta e vinci e a Pierluigi non darà niente, ma proprio niente. Anche se, in teoria, aveva acquistato i biglietti anche per conto dell’amico, non esiste alcuna prova che documenti la partecipazione di questi.
Passano appena quattro mesi e Pierluigi si rende conto che gli affari vanno male, così decide di vendere l’officina. Massimo si rifiuta e sostiene di essere stato anche minacciato di morte. Il 60% delle attrezzature se lo sono prese già altre persone. Lo scontro tra i due ex amici ed ex soci finisce, intanto, in tribunale. Massimo vuole essere risarcito per la metà dell’officina. E la vincita del gratta e vinci? Non si sa che fine abbia fatto.
Gioco d’azzardo fenomeno patologico in Italia
Abbiamo iniziato con il precisare che si trattasse di una storia poco edificante. E non ci riferivamo alla mancata suddivisione della vincita. Fatti loro. Viene da chiedersi se sia da considerarsi “sano” – sì, esisterà ancora il concetto? – che una persona, che percorre migliaia di chilometri a settimana da Trento a Trapani svolgendo un lavoro faticoso come il camionista, decida di buttare via 50 euro a settimana con i gratta e vinci. Fanno 200 euro al mese, 2.600 euro all’anno. Non ci troviamo dinnanzi a un caso limite. Anzi, proprio nel 2022 ogni giocatore online in media risulterebbe avere speso in Italia più di 2.730 euro per tentare la fortuna.
Quell’anno, stando ai dati ufficiali, noi italiani abbiamo investito (si fa per dire) la bellezza di 136 miliardi nel gioco d’azzardo, tra cui lotto, superenalotto, gratta e vinci, biglietti della lotteria, ecc. Cifre impressionanti, se pensate che lo stato ogni anno spende di meno per la sanità.
Gratta e vinci, ma per fare cosa?
E si stimano scommesse illegali per altri 33 miliardi all’anno. Conto complessivo: 169 miliardi. Il tutto per inseguire una fortuna, che per la quasi totalità di chi gioca si allontana ogni giorno di più. Perché a forza di sperare che la dea bendata faccia loro visita, finiscono per rimanere letteralmente in mutande. E tornando alla storia di Massimo e Pierluigi, dopo avere per anni speso 50 euro a testa a settimana con la speranza di cambiare vita, alla fine non sono riusciti a gestire un’officina per più di qualche mese. A dimostrazione che potrete trovare tutti i biglietti fortunati con i gratta e vinci che volete, ma se siete incapaci senza grana, lo resterete verosimilmente anche con.