Continuano le trattative tra Grecia e creditori pubblici, dopo che le parti hanno rilanciato il dialogo al G20 finanziario di Washington nel fine settimana appena trascorso. Le distanze restano intatte tra Atene e la Troika (UE, BCE e FMI), ma il vero nodo da sciogliere riguarda i creditori, divisi dalle stime sui conti pubblici ellenici. I governi europei, capeggiati dalla Germania, ritengono sufficienti le misure di austerità per 5 miliardi, che il governo Tsipras metterebbe in atto nei prossimi anni, al fine di centrare l’obiettivo di un avanzo primario (al netto degli interessi sul debito) del 3,5% del pil entro il 2018.
Debito Grecia, tedeschi confermano “nein” a taglio
Non la pensa così il Fondo Monetario Internazionale, che stima il rapporto tra avanzo primario e pil al 2018 solo all’1,5%. Da qui, l’istituto di Washington ha proposto ai creditori europei di abbassare il target del 3,5%, definito “irrealistico”, sia perché l’economia ellenica è in recessione, sia anche perché il governo di Atene non mostra grande volontà di tagliare la spesa pubblica. In alternativa, ritiene che servano 3 miliardi di misure extra, quindi, punta a 8 miliardi di euro tra tagli alla spesa e aumenti delle tasse. La Germania non intende cedere sul target dell’avanzo primario, che rappresenta un obiettivo irrinunciabile per stabilizzare il rapporto tra debito e pil nei prossimi anni, in vista di un integrale pagamento degli interessi dal 2023 in poi. Inoltre, Berlino respinge le pressioni dell’FMI per un taglio del debito, anche se si mostra possibilista, dietro l’adempimento della Grecia alle misure sollecitate, a una sua ristrutturazione, sotto forma di allungamento ulteriore delle scadenze e un nuovo abbassamento degli interessi.