Pensioni restano generose in Grecia
Il sistema pensionistico ellenico resta generoso, nonostante i tagli, tanto che gli assegni mensili possono arrivare a superare abbondantemente i 1.000 euro, pur con relativamente minori anni di contribuzione versata rispetto al resto d’Europa. Il guaio è che servono a mantenere ormai figli e nipoti in un paese, dove la disoccupazione è ancora superiore al 23% e tra i giovani esplode al 40%.
Il governatore della banca centrale di Atene, Yannis Stournaras, ex ministro delle Finanze sotto il governo conservatore di Antonis Samaras (2012-2015), ha fatto appello per innalzare l’età pensionabile a 70 anni e per porre fine a un modello di pura assistenza, puntando ad allungare la carriera lavorativa, chiarendo anch’egli come il sistema attuale non sia sostenibile. (Leggi anche: Banche Grecia, depositi ai minimi dal 2001)
Diatriba sui tempi riguarda le elezioni
Rispetto al recente passato, qualche passo in avanti sul piano delle trattative con i creditori è stato compiuto.
Fino a pochi mesi fa, il governo della sinistra radicale non voleva nemmeno sentir parlare di tagli alle pensioni, mentre oggi ha accettato a malincuore una simile soluzione, ma chiedendo una gradualità, che i conti pubblici ellenici non possono permettersi.
La data del 2019 resta importante per Bruxelles e FMI, in quanto quello è un anno elettorale e i funzionari europei e dell’istituto di Washington temono che se i tagli fossero rinviati dal 2020, dovrebbero essere implementati da un nuovo governo, che verosimilmente non si sentirebbe vincolato a una tale misura. D’altra parte, Tsipras teme che andare al voto nel bel mezzo della decurtazione degli assegni non sia un bel biglietto da visita per la sua Syriza. E mentre si continua a filosofeggiare sui tempi, Atene deve ottenere la nuova tranche degli aiuti entro l’estate, non essendo altrimenti in grado di ripagare debiti in scadenza per 7 miliardi a luglio, di cui un paio verso la BCE. (Leggi anche: Grecia, Tsipras getta la spugna: forse elezioni anticipate)