Arriva il secondo green bond di Banca Comerciale Romana, il principale istituto di credito in Romania e parte dell’austriaco Erste Group. Nei giorni scorsi, l’emissione da 702 milioni di lei (142 milioni di euro) è avvenuta a distanza di un anno e mezzo dalla prima di questo genere per la banca rumena. Il titolo ha una durata di 5 anni e offre una cedola fissa lorda pari al 9,079% all’anno. Sarà negoziato alla Borsa di Bucarest con il codice BCR27A. L’emissione è avvenuta in conformità ai principi ESG (Environment, Social and Governance).
Peggiorate le condizioni di mercato
Come sappiamo, i green bond sono titoli obbligazionari i cui proventi dovrebbero essere utilizzati dall’emittente per raggiungere obiettivi di natura ambientale. Il condizionale è legato alla mancanza di un obbligo formale. Tutt’al più l’emittente ne risponde sul piano della propria reputazione sul mercato.
In particolare, il green bond della banca appena emesso sarà utilizzato per finanziare progetti ambientali nell’economia rumena. Dicevamo, non è stato un esordio assoluto per BCR, che aveva raccolto 500 milioni di lei nel 2020 attraverso un titolo di questo genere con scadenza a 7 anni e cedola 5%. Dunque, allora l’istituto era stato in grado di finanziarsi a costi più bassi per un periodo più lungo. Ma le condizioni monetarie sono peggiorate un po’ in tutto il mondo con l’esplosione dell’inflazione, che a sua volta ha indotto le banche centrali a ridurre la liquidità in circolazione e ad alzare i tassi d’interesse.
Quali rischi per il green bond
Anche la banca centrale rumena ha già alzato i tassi al 3,75%, ma a fronte di un’inflazione schizzata al 14,5%. Per questo è prevedibile che continui con la stretta monetaria, specie man mano che la BCE porterà avanti la sua.
Ad ogni modo, il rischio di cambio esiste, così come quello di credito. Ciò spiega l’elevato tasso d’interesse fissato per il green bond a 5 anni, pur in linea con il rendimento sovrano di pari durata.