E’ stata una giornata importante ieri per il mercato obbligazionario globale. Il Canada ha emesso il suo primo green bond sovrano, offrendo agli investitori il controvalore di 5 miliardi di dollari locali o loonies (3,6 miliardi di euro). La domanda è stata sin da subito elevata ed è arrivata a un massimo di 12,3 miliardi. Ciò ha consentito al governo di indebitarsi a costi relativamente bassi. A fronte di una scadenza fissata per dicembre 2029, le attese erano per un rendimento a +2,5 punti base sopra il bond giugno 2029 e cedola 2,25% (ISIN: CA135087J397).
Il Canada è quarto produttore mondiale di petrolio e quinto di gas. Nel 2020, ha esportato 3,7 milioni di barili al giorno, in gran parte verso gli USA. Le esportazioni partono perlopiù dalla regione di Alberta, ricca di giacimenti. Con i proventi del green bond appena emesso, Ottawa punta a ridurre le emissioni di CO2 al 40-45% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030 e a diventare “carbon neutral” entro il 2050, cioè tende alle emissioni nette zero entro la metà del secolo. Ricordiamo che i green bond sono titoli del debito i cui proventi sono destinati (senza alcun vincolo tassativo) alla difesa dell’ambiente. Spesso, gli emittenti fissano cedole step up per il caso in cui non riuscissero a rispettare gli obiettivi dichiarati entro una o più date anteriori alla scadenza.
Green bond Canada per leadership mondiale
L’aspetto più importante di questo green bond consiste nel fatto che i relativi proventi non saranno destinati al finanziamento di iniziative relative al comparto oil & gas, così come neppure all’energia nucleare. In ciò, il Canada vuole discostarsi da una tentazione crescente su questo nuovo segmento di mercato in forte crescita negli ultimi anni, cioè quella di includervi di tutto; una pratica criticata spesso con il termine “greenwashing”.
Il green bond canadese debutta in un contesto obbligazionario in evoluzione. Il Canada ha registrato a febbraio un’inflazione del 5,7% e per questo a marzo la sua banca centrale ha alzato i tassi allo 0,5%. In previsione proprio della stretta monetaria, nell’ultimo anno il dollaro canadese si è rafforzato contro l’euro del 6,7%. Chiaramente, siamo solo all’avvio della stretta sui tassi. Così come nel resto dei mercati maturi, i prezzi dei titoli obbligazionari tenderanno a cadere ulteriormente per offrire rendimenti più alti. Va detto, però, che il rendimento a 7 anni del Canada nell’ultimo decennio raramente ha superato il livello del green bond in emissione ieri. Peraltro, parliamo di un emittente con rating tripla A, tranne che per Fitch, la quale assegna al suo debito pubblico il secondo giudizio più alto della sua scala: AA+. Dunque, i titoli di stato canadesi sono un “porto sicuro” nelle fasi di tensioni finanziarie e geopolitiche.