Secondo le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico (Cts), sarebbe opportuno che il green pass fosse rilasciato solamente 14 giorni dopo la fine del ciclo vaccinale e fosse reso obbligatorio per accedere a tutti i luoghi della socialità. L’ipotesi al vaglio del governo Draghi sarebbe di rendere il possesso della certificazione un obbligo per entrare nei locali al chiuso, in discoteca e per viaggiare su treni e aerei.
La maggioranza resta divisa. Il PD preme per l’obbligo, mentre la Lega si mostra contraria, così come Fratelli d’Italia dall’opposizione.
Green pass: i numeri delle vaccinazioni
Al di là delle posizioni di ciascuno sul green pass, i numeri non sembrano sostenere l’allarmismo di certa stampa. Anzitutto, l’Italia figura ai vertici delle classifiche internazionali per dosi anti-Covid somministrate. Abbiamo superato il 100%, così come la Germania, piazzandoci davanti agli USA. Quasi la metà della popolazione italiana (47%) risulta completamente vaccinata (due dosi con Pfizer, AstraZeneca e Moderna, una con Johnson & Johnson). Resta certamente da convincere una fetta della popolazione più a rischio mortalità. Parliamo degli over 60, i quali incidono ancora oggi per oltre il 90% dei decessi da Covid.
Tra le persone di età pari o superiore ai 60 anni, coloro che non hanno ancora ricevuto una sola dose sono 2,3 milioni. Rispetto alla popolazione residente complessiva, parliamo di neppure il 4%. Se volessimo conteggiare anche gli over 50, da convincere a vaccinarsi sarebbero il doppio. Sotto i 50 anni di età, coloro che muoiono di Covid rappresentano meno del 3% del totale.
In altre parole, il green pass può essere visto come una scelta per spronare gli italiani ancora restii a vaccinarsi, ma non se ne vedrebbe l’urgenza. Di questo passo, tra cinque settimane raggiungeremo una copertura dell’80% della popolazione e potremmo iniziare a parlare di immunità di gregge. La vaccinazione di massa starebbe non solo riducendo la platea degli italiani esposti al rischio, ma anche lo stesso rischio a carico di coloro che, malgrado le dosi ricevute, dovessero contagiarsi ugualmente. I vaccinati forse vanno premiati per la loro scelta, ma non certo finendo per punire le categorie produttive con astrusità burocratiche.