Guadagni su Youtube: come si pagano le tasse?

Come vanno dichiarati al Fisco i guadagni di Youtube? Serve una Partita Iva o possono essere dichiarati come guadagni occasionali?
7 anni fa
1 minuto di lettura

Gentile dottoressa,

ho un canale Youtube e aderisco al programma Partner con il quale mi viene inserita pubblicità all’interno dei video. Questo, ovviamente, mi porta un entrata che inizialmente era quasi irrisoria ma che ora è diventata abbastanza “importante”. Non che con quello che guadagno da Youtube posso vivere, ma non pagandoci le tasse mi sento, in ogni caso, in evasore fiscale e vorrei sapere se sono tenuto al pagamento delle imposte su quanto guadagnato dal programma e a quanto ammonta il dovuto.

La ringrazio per la gentile attenzione

Marco

La normativa italiana prevede che tutto quello che viene guadagnato deve essere dichiarato al fisco e tassato, anche se le entrate sono basse.

Per poter  dichiarare le entrate drivanti da Youtube, inoltre, è necessario aprire una partita Iva anche se i guadagni sono bassi e questo comporta dei costi fissi annuali.

Anche se la normativa italiana ancora non prevede una disciplina specifica per i proventi che derivano da Youtube, così come non lo prevede per quelli che derivano dal programma pubblicitario Google Adsense, questi introiti non possono rientrare nel lavoro autonomo occasionale poichè i video, così come i contenuti in cui sono inseriti i banner Adsense, sono online 365 giorni l’anno e danno la possibilità di guadagno tutti i giorni. Proprio per questo motivo questi introiti non possono rientrare nel lavoro autonomo occasionale.

Leggi anche: Google Adsense: come vanno dichiarate le entrate nel modello UNICO o 730?

Youtuber  e Partita Iva

Aprire la partita Iva per uno Youtuber non è come aprirla per un libero professionista poiché derivando i proventi dalla pubblicità derivano da un’attività commerciale, Oltre alla Partita Iva, quindi, serve anche l’iscrizione alla Camera di Commercio, che prevede il pagamento di un importo annuo di circa 130 euro. Oltre a questo si è obbligati anche all’iscrizione Inps commercianti che comporta anche il pagamento dei contributi fissi previdenziali per una spesa fissa annuale che si aggira sui 3700 euro (anche se si guadagna poco o nulla).

Se, invece, si è guadagnato qualcosa e tolte spese e contributi resta un guadagno, questo viene tassato come reddito di impresa secondo i normali scaglioni per le aliquote Irpef che potete trovare riassunte nella seguente guida Aliquote Irpef.

A tutto questo, poi, bisogna aggiungre l’Iva sugli incassi trimestrale o mensile, le scritture contabili, l’Irap, gli studi di settore (che nel 2018 saranno sostituiti dagli studi sintetici di affidabilità) e dai costi del commercialista o del consulente che gestirà tutti questi adempimenti.

Insomma, a meno che non si prevede un giro di visite molto alte per i propri video il consiglio è quello di non affrontare tutta questa trafila burocratica che potrebbe portare solo ad una remissione economica.

Per dubbi e domande contattami: [email protected]

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