Trascorsi due anni dall’inizio della pandemia Covid-19 e con un conflitto Russia – Ucraina in atto a rischio di terza guerra mondiale, gli italiani (e gli europei in genere) fanno i conti, possiamo dire, con una patrimoniale nascosta, che sta colpendo, e probabilmente continuerà a sortire i suoi effetti, i conti corrente e la busta paga.
Ci riferiamo all’aumento del costo della vita e ad un’inflazione che ormai si aggira intorno al 6%, non pareggiati da un adeguamento degli stipendi.
I prezzi aumentano ma la busta paga resta ferma
I prezzi salgono alle stelle. Caro benzina, caro bollette, beni di prima necessità come pane e pasta. Sono solo alcuni degli esempi.
Un aumento di prezzi non seguito da un adeguamento della busta paga, si traduce in una riduzione del potere d’acquisto ed una svalutazione monetaria. Nel nostro caso l’euro. Ciò si riflette, indubbiamente, anche sui risparmi. Una somma accantonata su conto corrente, su un libretto postale o in altra forma, oggi come oggi, possiamo dire, non ha lo stesso valore di qualche tempo fa (non molto lontano) se non accompagnata da un rialzo dei tassi di interesse riconosciuti.
Oggi, gli unici tassi a vedere un rialzo sono quelli applicati sui mutui e prestiti. Le banche, con un inflazione in costante incremento, sono costrette ad aumentarli.
Il trend, secondo le previsioni, non sembra essere in decrescita. Anzi, la preoccupazione è che l’escalation sia solo in fase iniziale, considerato che il conflitto Russia-Ucraina non pare avere ancora una soluzione nell’immediato e viste anche le continue sanzioni che l’America e l’Europa continuano ad infliggere alla Russia (maggiore esportatrice di gas e petrolio verso i citati Paesi).
A ciò continuano ad aggiungersi le conseguenze economiche negative derivanti dalla pandemia Covid-19 che, anche se sembra mostrare segni di arresa, non ha intenzione ancora di lasciarci definitivamente.
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