Uno degli argomenti di attualità più discussi degli ultimi tempi è senza dubbio il caso del generale libico Almasri, con tutte le polemiche nate dopo il suo arresto in Italia e la successiva liberazione da parte della Corte d’Appello. Le mancate risposte del Ministro di Grazia e Giustizia Nordio, l’informativa in Parlamento con una miriade di offese da parte delle opposizioni contro la Premier Meloni e il governo. Polemiche perché si tratta di un personaggio controverso, accusato di diversi crimini, tutti contro l’umanità. Stupri, violenze e torture: queste le imputazioni mosse contro il generale libico. In altre parole, crimini contro l’umanità e contro i diritti dell’uomo.
Ma questa è un’altra storia, utile per comprendere ciò di cui andremo a parlare adesso, che riguarda l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, accusate dalla Corte Europea dei diritti umani di violazioni gravi. Lo scrivono diversi quotidiani. Ma di cosa si tratta davvero?
Violazione dei diritti umani, il Fisco italiano e le Fiamme Gialle sotto accusa
Violazioni dei diritti umani in sede di ispezione, e l’Italia costretta a pagare – perché sanzionata – 3.200 euro a ricorrente. Questo è l’esito della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, secondo cui le azioni dell’Agenzia delle Entrate e del suo “braccio armato”, cioè la Guardia di Finanza, violano le regole.
Sentenza, condanna e adesso anche il suggerimento di riformare le regole. Si parla di ispezioni che GDF e Fisco possono avviare in qualsiasi momento, per il tempo che ritengono opportuno e in qualunque luogo risulti collegato all’azienda ispezionata e alla sua attività.
Chiedono documenti, visionano PC e copiano carte e atti, anche se non sono quelli strettamente obbligatori.
In sostanza, tutto ciò che normalmente accade a chi finisce sotto controllo, con ispettori, agenti e personale addetto che “invadono” le sedi aziendali, gli uffici e perfino gli studi professionali di chi segue la medesima azienda. Con pieni poteri e una “potenza” spesso non commisurata alla portata dell’ispezione.
Alzi la mano chi non ha mai ritenuto poco ortodossa l’azione utilizzata nei propri confronti da chi è andato a controllare l’azienda.
Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate: le due autorità violano i diritti umani, sentenza della CEDU
Secondo la CEDU, dunque, queste azioni devono essere corrette. Ma è il motivo a destare clamore. Infatti, violano i diritti dell’uomo: il diritto al “rispetto di domicilio e corrispondenza”. Questo è quanto ha violato il Fisco italiano nei confronti di Italgomme Pneumatici e di altre 12 aziende pugliesi. Come riporta Il Fatto Quotidiano, è il “potere discrezionale illimitato” a essere contestato dai giudici. Che hanno, dunque, imposto il risarcimento del danno alle aziende che hanno fatto ricorso. Le ispezioni in questione si sono svolte tra il 2018 e il 2022.
Ecco perché i poteri di Agenzia delle Entrate Ee Guardia di Finanza sono senza limiti
I rilievi mossi dalla CEDU non riguardano soltanto il caso specifico di questi ricorrenti.
L’accusa si estende a tutto il “metodo Italia”, dove mancano chiarimenti su fin dove possano spingersi le ispezioni, in quali circostanze possano scattare e quando le autorità siano autorizzate ad accedere ai locali. Perché, ad oggi, senza questi limiti (che a tutti gli effetti non esistono), il potere dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza risulta praticamente illimitato.
Queste autorità possono decidere quando avviare i controlli, quante volte ripeterli presso la medesima azienda e per quanto tempo prolungarli. E perfino la quantità di documenti da copiare e analizzare. Senza contare che manca chiarezza anche sul fatto che il soggetto ispezionato possa fare ricorso immediato contro il controllante. Ciò, nel caso in cui ritenga eccessive le verifiche. Oggi, infatti, si può ricorrere solo dopo che le autorità hanno terminato l’ispezione. E se, da tale ispezione, scaturisce un avviso di accertamento o una cartella esattoriale.