Anche chi ha un lavoro e guadagna poco può fare domanda per il reddito di cittadinanza. Sempreché siano rispettati tutti i requisiti reddituali (e non) previsti dalla normativa di riferimento. Così come chi percepisce il reddito in quanto disoccupato non lo perderà laddove prenda a lavorare, purché continuino ad essere rispettate le condizioni per il sussidio.
In entrambi i casi il reddito di cittadinanza, a differenza di chi resta disoccupato, non sarà pagato per intero ma sarà da integrazione al reddito da lavoro.
I requisiti per non perdere il reddito di cittadinanza
Ricordiamo, quindi, quali devono essere i requisiti da rispettare per fare domanda di reddito di cittadinanza o per non perderlo anche quando non si è più disoccupati. Per avere diritto al sussidio è necessario che il nucleo familiare:
- abbia un ISEE aggiornato inferiore a 9.360 euro annui
- possieda un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro
- abbia un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso
- deve avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.
Inoltre è necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:
- autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
- navi e imbarcazioni da diporto.
Potrebbero anche interessarti:
- Assegno unico con reddito di cittadinanza, accredito automatico: cosa rischia chi fa domanda
- Reddito di cittadinanza con attività di impresa o lavoro autonomo. Come mettersi in regola con l’Inps