Conciliazione a tutele crescenti: il nuovo licenziamento introdotto dal Jobs Act
La vera novità introdotta dal Jobs Act in tema di licenziamento è invece la conciliazione a tutele crescenti che analizziamo in questa pagina.
Le uniche fattispecie in cui si applica sono i contenziosi sorti per:
- lavoratori assunti a tempo indeterminato a partire dal 7 marzo 2015;
- lavoratori con contratto trasformato a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015;
- lavoratori qualificati da un rapporto di apprendistato dopo il 7 marzo 2015.
Il datore di lavoro che intima il licenziamento ad un dipendente assunto a tutele crescenti può cercare di evitare il giudizio offrendogli entro 60 giorni, un importo corrispondente ad una mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del Tfr, per ogni anno di servizio prestato e in ogni caso in misura compresa tra 2 e 18 mensilità.
LA cifra così calcolata non costituisce reddito imponibile ai fini fiscali, né è assoggettata a contribuzione Inps. Il lavoratore che accetta perde il diritto ad impugnare il licenziamento. Il datore di lavoro deve comunicare la presentazione dell’offerta di conciliazione a tutele crescenti, a prescindere da quale sia l’esito, portale Cliclavoro<strong