Il Coronavirus ha messo in quarantena l’economia di Hong Kong, la regione autonoma della Cina, che già prima della diffusione dell’epidemia era stata al centro delle cronache internazionali per le vivaci e quotidiane proteste dei suoi abitanti contro il tentativo di Pechino di restringere i loro spazi di libertà conquistati sotto il protettorato britannico. La crisi ha spinto il governo locale a una soluzione apparentemente eclatante: tutti i residenti permanenti maggiorenni riceveranno un assegno di 10.000 HK dollari (1.282 dollari USA).
La BCE di Lagarde guarda all’helicopter money
Così scrivono numerosi quotidiani nel mondo, lasciando intendere che la misura di Hong Kong starebbe aprendo la strada all’esperimento di politica monetaria più ardito mai ipotizzato. Chiariamo un concetto, prima di verificare cosa davvero stia accadendo nella regione autonoma: per helicopter money s’intende un’espressione utilizzata diversi decenni fa dal Premio Nobel Milton Friedman per descrivere una misura a cui potrebbe arrivare una banca centrale per stimolare l’economia mettendo in condizioni di partenza eque tutti i cittadini, vale a dire “sparare moneta da un elicottero”, una metafora per indicare l’invio di cash a tutti, gratis, allo stesso momento e senza alcuna precondizione.
Il fallimento dei tassi zero o negativi di questi anni nel consentire alle principali banche centrali di centrare i rispettivi obiettivi di politica monetaria hanno fatto ipotizzare, anche dall’interno degli stessi istituti, che prima o poi si arriverà all’helicopter money. Ma a Hong Kong sta davvero accadendo questo? La risposta è negativa e per una ragione semplice: l’invio degli assegni per complessivi 120 miliardi di HK dollari (15,38 miliardi di dollari USA) non avverrà creando nuova base monetaria, cioè non si stamperà moneta. E altro aspetto importante: non è una novità assoluta per questo territorio, essendo una misura già stata sperimentata in passato.
Come funziona la misura di Hong Kong
L’esborso sarà a carico del bilancio pubblico, attingendo a quei 1.100 miliardi di HK dollari di riserve fiscali accumulate negli anni proprio per contrastare eventuali crisi dell’economia. Dunque, non solo verrà creata nuova moneta dal nulla, ma nemmeno vi sarà un incremento del debito pubblico con emissioni di titoli di stato, visto che la misura verrà finanziaria semplicemente riducendo le riserve alimentate dai surplus di bilancio degli anni passati. Per quest’anno, il governo si aspetta di chiudere l’anno in deficit per 139 miliardi, per cui gli resteranno a disposizione altri circa 960 miliardi da utilizzare in futuro all’occorrenza.
C’è di più: per come è congegnata la struttura monetaria di Hong Kong, sarebbe persino impossibile ipotizzare un helicopter money. Dal 1983, il dollaro locale è agganciato al dollaro americano da un “peg” di 7,8. E la Hong Kong Monetary Authority adotta nei fatti quello che in gergo si chiama il “currency board”, vale a dire ha rinunciato a una propria politica monetaria autonoma, vincolandosi a stampare moneta supportata al 100% dalle riserve di valuta estera. Al 31 ottobre scorso, queste ammontavano a quasi 441 miliardi di dollari USA, circa 7 volte l’ammontare della moneta in circolazione. In altre parole, Hong Kong avrebbe modo di aumentare (e pure di molto) la quantità di moneta senza violare il limite suddetto del 100%.
Il “currency board” punta a legare le mani alle autorità monetarie, costringendole ad attenersi ai fondamentali economici. Quando affluisce valuta straniera netta, significa che Hong Kong sta esportando beni, servizi e capitali nel complesso in misura superiore alle importazioni, per cui ha la possibilità di stampare moneta, espandendo la politica monetaria e aumentando così la domanda di beni, servizi e capitali esteri. Viceversa, se la valuta straniera in cassa si riduce, significa che sta perdendo competitività e allora non può stampare nuova moneta, semmai potrebbe trovarsi costretta a ridurla, un fatto che aumenterebbe il costo del denaro, equivalendo a una misura monetaria restrittiva e ripristinando così l’equilibrio con l’estero.
Helicopter money inefficace in Europa